domenica 29 giugno 2014

The Listography Pt. 25 + 26: things most people probably don't know about you + bad things you did as a child.

Ci ho dovuto riflettere a lungo. Il fatto è che non mi confido quasi mai, mentre ad alcuni amici racconto un certo tipo di cose ad altri ne racconto di altro tipo. Per esempio, non parlerei mai al mio amico V. di "questioni sentimentali" ma gli racconto qualunque mia opinione/ commento/ ipotesi fantasiosa/ ossessione/ infatuazione/ antipatia/ ect sui personaggi e i libri che leggo. Al mio amico A., invece, riesco a confidare le mie questioni sentimentali (ho rotto a lui quanto ai miei poveri lettori riguardo alla mia cotta per Mister X), ma di contro non gli parlerei mai di ciò che riguarda le mie letture.
Quindi ho qualche difficoltà, lo ammetto.
Ma 'sta lista s'à da fà, Hillary ha detto che "se proprio non riesci ad aprirti alle persone, almeno fai qualche tentativo", sicché.

  • io scrivo una storia. Mi sembra ridicolo dire che sto scrivendo una saga di romanzi stile One Tree Hill. Io non l'ho detto, eh! Comunque ci lavoro da quando ho sedici o diciassette anni, calcolando gli anni di fermo e gli anni di scrittura resta comunque un bel po' di tempo. Questa cosa la sanno soltanto due delle mie più fidate e più strette amiche, soltanto una delle due ha letto il primo "capitolo della saga". Al resto ci sto lavorando. Cazzo se è stato difficile costringere le mie dita a digitare questi tasti. Sono sempre stati così resistenti?
  • passando ad aspetti meno intimi rispetto al precedente punto, sono ossessionata dai peli delle mie ascelle: faccio la ceretta DUE volte ogni settimana. Me ne frega poco se è estate o inverno, se sono single oppure no o quasi, ma quei peli non devono esistere!
  • mi rilassa molto tapparmi le orecchie con le mani e ascoltare il mio respiro, costringerlo ad essere lento, profondo e ritmico.
  • quando esco di casa e sono in macchina verso la mia destinazione mi controllo sempre le scarpe, controllo di aver messo due scarpe dello stesso paio. 'sta storia è iniziata a circa dodici-tredici anni, ma ricordo che già alle elementari avevo spesso lo stesso incubo: mio padre mi lasciava a scuola e mentre ero in corridoio mi accorgevo di non avere le scarpe, solo un paio di tristissimi calzini.

The Life In A Year


Lista n°26, ovvero di cose cattive fatte da me bambina. In realtà ero una tipa tranquilla che non voleva farsi rimproverare da parenti e maestri, ma ogni tanto una "cattiveria" la commettevo anche io. Ecco i mea culpa, diciamo del mio primo decennio di vita:
  • quando giocavo a nascondino con i miei cugini e gli amici truccavamo la partita: ci aiutavamo a vicenda per far sì che toccasse sempre agli amici contare. Ogni tanto uno di noi si faceva beccare di proposito (per gettare fumo negli occhi a quei poveri bambini) e così doveva contare, ma anche lì c'era il trucco: tra noi cugini non ci "denunciavamo", anzi sorridevamo e indicavamo il nascondiglio degli amici. Piani malefici, lo so, ma i legami di sangue sono importanti, eh.
  • un paio di volte alle elementari ho rubato i gessetti dalla lavagna.
  • ho buttato nella spazzatura (e poi sempre negato alcun mio coinvolgimento nella sparizione) la lucertola di plastica di mio fratello, in primis perché già mi facevano troppo schifo quelle bestiacce, poi perché mio fratello lo sapeva e si divertiva a lanciarmela addosso o farmela trovare tra le mie cose. Ricordo che presi la pinza dalla cassetta degli attrezzi di papà per prelevare quella cosa e buttarla, un giorno che ero da sola in casa con mia nonna. Ma questa non la considererei una cattiveria, ma semplice istinto di conservazione. E vendetta anche.


Credo possa bastare (pigrizia is the way). See you soon!

martedì 24 giugno 2014

Chi vuole una fattucchiera quando ci sono io?

Ecco la situazione: ieri leggo su Facebook uno stato di Mister X dove chiede se c'è qualcuno che l'indomani (cioè oggi) vuole andare al mare con lui. Subito mi sale un po' di stizza, nonostante tutto, perché lo scorso anno sono stata un mese a chiedergli un appuntamento al mare, sia da soli sia con amici in comune, e mi rispondeva sempre che era già impegnato, che forse poteva ti farò sapere (e invece finiva che andavo al mare con gli amici e di lui non si avevano notizie), che doveva lavorare. Insomma, alla fine mi ero convinta che avesse un qualche difetto fisico che lo metteva in imbarazzo e che non andava mai al mare per questo motivo. Povera cretina.
Comunque, leggendo mi sono un tantino incazzata e ho pensato:
Ma allora al mare ci va per davvero! Dumane avisse a nèscire un dran vento chi s'ava a vulare!*


(*Domani dovrebbe uscire un vento tale da far volare)
Risultato? Oggi il vento è tra i 43 e i 48 km/h.

Ladies & Gentlemen, io mi astengo dal commentare: i fatti parlano già abbastanza.

Un brindisi alla salute (anche alla sua), tante buone cose!

mercoledì 18 giugno 2014

Finto orgoglio e banale pregiudizio ad minchiam.

Scusate il titolo così poetico, ma alcune recenti esperienze mi hanno fatto notare una cosa per me esasperante:
le persone che si descrivono come sensate e che mi tacciono di cinismo e pessimismo sono le stesse che poi dicono che tutti gli immigrati clandestini sono ladri o criminali in generale.
Che devono starsene a casa loro.
Che ci rubano a casa e il poco lavoro che c'è.
Che sono qui per fottere gli italiani, per fottersi noi.

Ah certo, perché gli italiani sono un popolo molto nazionalista, figli di padre Altruismo e di madre Correttezza.
Ah ma allora me li sono solo sognata i politici corrotti, che hanno più soldi al mese di quanto un cittadino medio possa averne in una vita intera. Mi sono solo sognata i politici condannati per mafia, per falso in bilancio, per abuso d'ufficio, per peculato, per appropriazione indebita, per truffa, per frode fiscale, per le tangenti, per corruzione giudiziaria, per riciclaggio di denaro sporco, per droga, per prostituzione minorile, per falsa testimonianza, per diffamazione.
Erano un incubo il debito pubblico, le leggi ad personam, la criminalità, il capitalismo spietato, i medici incompetenti, gli appalti pubblici comprati, le lauree in Albania senza mai aver frequentato.

Tutti i politici condannati o sotto inchiesta per i reati di cui sopra sono forse degli immigrati clandestini?
Erano forse dei clandestini i rapitori e gli assassini del piccolo Tommy Onofri? Erano immigrati i due fidanzati del delitto di Novi Ligure? Ad Avetrana, erano immigrati clandestini le "persone" condannate per aver ammazzato una ragazzina perché si era infatuata di un ragazzo?
Quanti altri orribili esempi potrei elencare? Purtroppo tanti. Troppi.


Dove voglio arrivare? Non sto dicendo che tutti gli italiani sono criminali e tutti gli immigrati clandestini sono poveri cristi assolutamente buoni. Sto dicendo che esistono persone "cattive", o che commettono azioni "cattive", a prescindere dalla nazionalità, dal sesso, dall'età, dall'estrazione sociale, culturale ed economica. Siamo tutti potenzialmente buoni e cattivi, è questione di scelte.

venerdì 13 giugno 2014

The Listography Project pt. 23 + 24: your favorite websites + American's cities you've visited.

Fondamentalmente potrei senza remore evitare entrambe le liste, ma una volta nella pista da ballo si deve ballare, no? O quantomeno dimenarsi un po' sul posto, a bordo pista.

The Life In A Year


Pt. 23: siti web preferiti. Ebbene, non ne ho di preferiti. Gironzolo poco, non compro su internet, mi scoccia mettere sempre il naso dappertutto. Una ossessione per volta, grazie.
  • Blogger in generale, quelli di cui sono follower.
  • Ryanair.com: spero sempre nella botta di culo di un volo molto low-cost.
  • Gioco.it: tanti giochi gratis, contro ogni noia che può affliggere il tempo libero degli scapoli asociali.

Pt. 24: infinita tristezza. Niente da scrivere, qui. A meno che non conti mangiare da McDonald come città americana visitata. Quindi siccome mi va di distrarmi e a quanto pare non è proprio possibile in questa gabbia dove attualmente sono rinchiusa (domande su domande e nessuno capisce il senso parafrasato di "non rompeteci la minchia"), vi elenco le città americane che ho trovato più spesso raccontate nei libri; strano quanto alcune città si ripetano.
  • Chicago, Illinois. Voglio andarci e abbuffarmi delle squisitezze super-caloriche di cui ho tanto letto.
  • Charleston, South Carolina.
  • New Orleans, Louisiana.
  • New York. Soprattutto Manhattan e Brooklyn.
  • St. Louis, Missouri.
E non me ne vengono altre in mente, per ora.
Goodbye!

mercoledì 4 giugno 2014

Maya vs Vecchiaia: Round 1.

La scorsa settimana, dopo tanti anni, sono andata al mercatino settimanale. La noia, mah.
Comunque, io me lo ricordavo diverso il mercatino. Mi ricordo la puzza di olio fritto e strafitto dei paninari, le bancarelle sgangherate con mucchi di vestiti buttati e intrecciati, o le bancarelle ricolme di pentolame o di qualsiasi altro strumento ideato dall'uomo per l'uso casalingo, i prezzi ridottissimi rispetto ai negozi. Mi ricordo le urla dei venditori che tessevano le lodi della loro merce intonando una canzone, all'inno de: più lo gridi forte meglio è, più il siciliano è stretto più fa ridere. Se ci metti nel mezzo un nome di ragazza con qualche aggettivo descrittivo poco lodevole, ancora meglio: HAI VINTO. Non so cosa, ma hai vinto!
Mi ricordo che c'era a malapena lo spazio per camminare in due file indiane, una per ogni senso di marcia, ed era inevitabile urtare cose e persone. Ci si scusava (in siciliano, ovviamente, poiché non esisteva altro linguaggio nel Villaggio Mercatino), ci si rivolgeva qualche parola gentile, eventualmente si raccoglieva la merce che nell'urto era inavvertitamente caduta a terra, si faceva qualche battuta simpatica e poi, alla fine, ci si rimetteva al passo.
Ora, gli urti ci sono sempre ma causati in particolar modo da vecchiette tenaci con sacchetti enormi, donne dalla sorprendente energia che vanno dritte alla meta, senza esitazioni, senza paura, ma soprattutto nel completo disinteresse per l'integrità fisica altrui. Con l'asta appuntita di una tenda ti fracassano un polpaccio o ti bucano la milza e come se non bastasse ti si rivoltano contro, offese e scandalizzate. Perché lei ha un milione di cose da fare e tu sei soltanto un altro giovane ribelle e maleducato, educato quanto cavernicolo con la rabbia, ed hai osato intralciare il suo santo cammino con la tua stolta irriverenza.
Curnuto e mazzuliato (cornuto e bastonato).

Quella cosa così tipica del mercatino siciliano è diventato un mercato qualunque.
La merce non è più, per la maggior parte dei casi, ammucchiata scompostamente e talmente numerosa da sconfinare nella bancarella del vicino. Oh, ci sono ancora i cumuli di roba ogni tanto, ma le bancarelle sono distanziate, il "corridoio" si è fatto spazioso, i prezzi più alti, i venditori più composti e seri.
Nessuno urla più. Non c'è più invettiva e inventiva nell'aria.

Ero completamente spaesata.
Poi il colpo di grazia. Le note nell'aria. Ma niente di impertinente si muoveva.
No. Quello che sento è proprio lui: Lucio Battisti.
Il camioncino di un venditore distribuisce Pensieri e Parole di Battisti, e la canta con dolce delicatezza accompagnato dal suo collega della bancarella di fronte.






Vuoi vedere che sono così vecchia da aver visto e vissuto una evoluzione degli usi e costumi in Sicilia?
Non bastava il salumiere che mi ha chiesto "Vuole altro, SIGNORA?"


Maya vs Vecchiaia: questo round lo hai vinto tu.


A volte la vecchiaia è proprio una brutta bestia.