Chi è Maya

Maya è una nana pessimista e sempre spettinata degli anni '90 e qualcosa, con tendenze al nichilismo, all'autosabotamento, al caos, alla paranoia, all'isolamento volontario, al sarcasmo gratuito, alle sbronze appena può, ai viaggi mentali, alla filofobia, alla tricotillomania e ad una nutrita lista di altre manie. A tratti asociale, spesso testarda, a volte distratta, un miscuglio di cinismo e malinconia.

Ama gli animali, eccetto una paura viscerale per i rettili dotati di zampe, forse dovuto all' attacco da parte di una lucertola guidata dal di lei fratello (soprannominato con affetto Ares), durante la sua infanzia.

L'avvento della sua adolescenza coincideva con l'interesse nazionale verso Dawson's Creek, ma lei preferiva Friends (la sua prima cotta fu per Joey Tribbiani, il che spiega parecchie cose) o una vecchia cassetta di "Perché sì!" degli Articolo31, sottratta segretamente ad Ares.

Sin da quei anni, al mattino ha la vitalità di un bradipo fatto di Valium e rappresenta l'unico momento della giornata nel quale non riesce ad arrabbiarsi; è già troppo difficile fingere di essere sveglia, ma attenzione: se provate a farla incazzare, una parte del suo cervello dormiente registrerà il fatto per riservarle il diritto di incazzarsi in seguito.

Loquace e logorroica nello scrivere, taciturna dal vivo. Ma non provate a parlare davanti a lei di telefilm quali Supernatural, One Tree Hill, Criminal Minds o Scrubs, né di libri o attori per cui è in fissa: potrebbe non fermarsi fino ad esaurimento (dell'ascoltatore, si intende; in questi casi lei è inaffondabile).

Maya, inoltre, è nemesi di se stessa: le prove sono visibili sulle sue ginocchia (sbucciate qualche volta di troppo da discese dalla mountain bike non proprio eleganti) e dai lividi che si ritrova senza saperne le cause, pertanto a volte sospetta di essere un leopardo (ubriaco, ndr).
È coerente nelle sue contraddizioni: adora sentir parlare di paesi Scandinavi ma non sopporta il freddo e ama il cibo piccante, è attratta dal mare ma sa nuotare solo in stile cagnolino (zoppo).


È una inguaribile meditatrice, tanto da perdersi spesso in mezzo alle sue teorie distorte e le sue storie irreali. Chissà come, un giorno ha pensato che avere un blog fosse il naturale passo successivo...

Stay tuned!

10 commenti:

  1. Ho scoperto da poco il tuo blog e lo sto leggendo un po' a random e devo dire che:
    - trovo divertente quello che scrivi,
    - da quello che racconti mi sembri un bel "personaggino" ... e dai a questo termine la connotazione più positiva che tu riesca ad immaginare,
    - visto che sono attorniata da amiche e colleghe siciliane (ovvio, vivo a Torino) non potevo non trovarti simpatica,
    Temo che dovrai rassegnarti all'idea di ricevere altri miei commenti. ;-)

    PS per quanto riguarda i capelli io per anni sono stata etichettata come "pettinata con i petardi"

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  2. Grazie! E come membro del club "Spettinate forever", sei la benvenuta :D

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  3. "[...] alle sbronze appena può e ai viaggi mentali [...]" è sufficiente.
    Bene. E ci sono sette anni da scartabellare. E sia.

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    1. Vuoi rileggere tutti i sette anni? Uh, che ansia da prestazione... però così hai risolto un dubbio che ho sempre avuto: non sono l'unica a leggersi tutto un blog quando lo trova :D

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  4. Esattamente. Un poco per volta. Principiare tutte le contraddizioni. Le contrade. E gli eventuali inferni picassiani :)

    Madmath-child.blogspot.com

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    1. Leggi pure, basta che non mi interroghi in matematica ;)

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    2. la matematica scolastica ad ogni livello può fare molti danni :)
      Per fortuna esiste la letteratura :)

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    3. Mah, a livello scolastico ho trovato frustrante sia certi aspetti della matematica sia la letteratura in generale. La letteratura per svago è sempre stata la mia preferita :D

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    4. appunto frustrante a livello scolastico :) la letteratura non dovrebbe rendere felici?

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    5. Per me non era "vera letteratura" quella che hanno tentato di insegnarmi a scuola, avrei preferito un approccio più diretto, quasi da film americano: prendere un romanzo così come una poesia, leggerlo insieme, analizzarlo, raccontare le proprie impressioni, ragionarci su e solo alla fine scoprire le intenzioni dell'autore. Nelle nostre scuole si fa il contrario: prima vita morte e miracoli dell'autore, la classica "lista della spesa", le frasi preconfezionate e quando c'è tempo, SE rimane tempo (e il tempo non basta mai) si legge qualcosa. In sintesi, la nostra letteratura si basa sull'autore X che ha scritto Y per dire Z, punto e fine. Cosa ci rimane dentro così?
      A questo punto meglio l'algebra, almeno con gli esercizi ci si ritrova immersi nella materia. Infatti ricordo meglio come si risolve un sistema a due incognite che non, per esempio, la bibliografia di Manzoni.

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