mercoledì 19 luglio 2017

Forestiera.

Non ci sono scuse per le mie assenze, semplicemente al blocco della blogger si è aggiunto un viaggio di tre giorni a Roma, in veste di accompagnatrice e portafortuna (come accade da circa un anno e mezzo) per i due esami universitari che il mio Mezzo-Ingegnere doveva svolgere, stavolta, proprio a Roma.

Devo ammettere che tutte le chiacchiere che sentivo su questa città così turistica e sdoganata mi sembravano eccessive: eh vabbè i millemila posti storici e i centurioni con cui farsi le foto, chiese e chiesette ogni cento metri, musei, mausolei, reperti storici però insomma, se la tira un po' troppo, pensavo. La città eterna invece è davvero immensa, artistica e quant'altro si dice di solito, non mi dilungo oltre (mica sono un dépliant!), la fama è piuttosto veritiera. Sono stata così bombardata di arte e storia, di impressioni e sensazioni, di riflessioni e pensieri che al mio ritorno mi sono sentita sopraffatta e satura per settimane. Penso che mi piacerebbe vivere lì, anche se temo che ogni notte sarei così colma di percezioni... Assuefarsi a tutto ciò non porterebbe niente di buono ma si può vivere nella costante meraviglia di ciò che ci circonda?
I romani a quanto pare possono, in un modo o nell'altro, e guadagnarci pure dei polpacci da paura. Oh, non ho visto una sola persona, che fosse giovane o anziana, casual o elegante, sottopeso o normopeso o sovrappeso, che non avesse dei polpacci invidiabili.



Non è possibile immaginare quanti ingressi ho intravisto come quello qui sopra, neanche in una sola via avrei potuto immaginarne tanti e anche più riccamente adornati. Un pochino megalomani sti romani... ma mi piacciono così.

 
Tre giorni di dure camminate per vedere quasi tutti i must, avvalorati anche dal fatto che essendo la prima domenica del mese molti musei statali e altre grandi opere erano a ingresso gratuito, mentre per le mostre private (come ci è stato detto all'Ara Pacis) l'ingresso era gratuito solo per i residenti a Roma. Abbiamo girato completamente gratis tutto Castel Sant'Angelo, dal mausoleo di Adriano fino alle stanze papali (per la bellezza di 5 ore).
Un'altra meta che ci è costata parecchie ore (sette!) e un bel gruzzolo di danari (16-18€ se non ricordo male) ma molta soddisfazione e allegria è stato il Bio parco, all'interno di Villa Borghese. Calma, non metterò ogni foto che ho fatto per ogni animale: mi è troppo scappata la mano sulla fotocamera del telefono.
Di una cosa voglio rendere partecipi, cioè che finalmente ho realizzato uno dei miei sogni: vedere i FENNEC, peccato solo che era primo pomeriggio e le soffici bestioline stavano dormendo (come i lemuri, che mannaggia vedere i lemuri era un altro mio sogno). Ora però posso sognare più in grande: tipo POSSEDERE UN BIOPARCO DI FENNEC.

 Tutte queste diverse rane sono piccine, nel mio palmo avrei potuto tenerne comodamente due o anche tre.
 
Abbiamo visitato bene o male anche Colosseo, mercati di Traiano, Fori Imperiali, Altare della Patria, Pantheon, Piazza della Minerva, Piazza di Spagna, Piazza Navona, Fontana di Trevi, Bocca della verità (è piccola, me l'aspettavo più imponente... del resto tutto a Roma mi è sembrato IMPONENTE), Campo de' Fiori con il suo mercato, Piazza Barberini, Piazza del popolo, Ara Pacis, Circo Massimo, una Feltrinelli e altri posti dei quali non so o non ricordo il nome. Di queste risparmio le foto, tanto su internet se ne trovano anche di meglio.
Ah, ho pure visto la facciata del palazzo dove ha vissuto Stendhal, direi logico avvistamento dopo aver visitato la sua tomba a Montmartre.



Tutto in tre giorni di scarpinate che mi sono costate anche un paio di scarpe che ho dovuto sostituire nelle prime ore del girovagare al secondo giorno; e non sapete che emozione aver comprato con gli sconti un paio di scarpe sportive a 11€ da Piazza Italia e poi girare per le vie con i negozi delle più grandi firme internazionali, dove una coppia di cantanti lirici hanno accalappiato la nostra attenzione per almeno mezz'ora.
E l'albergo pure! Mai avrei pensato di trovare con pochi soldi un posticino così elegante ma non pretenzioso, tranquillo ma centrale, con una vista spettacolare dalla sala colazione con il terrazzo all'aperto. Io che non faccio mai colazione, sono stata grata e serena nel bere il mio the giornaliero proprio di mattina, lì fuori. Un poco meno grata del gabbiano che mi fissava mentre mangiavo, che aspettava il nostro ritiro per avventarsi sugli eventuali resti. Comunque non mi lamento: ho visto e/o sentito gabbiani praticamente ovunque andassimo.




Risultato del viaggio? Millemila ricordi, due centinaia di foto, mal di piedi e tendinite, scarpe nuove e due esami in più in saccoccia.
Ci ritornerei senza pensarci.

Grazie amore di un Quasi-Ingegnere.