sabato 20 giugno 2015

Giornata Fantozziana.

A volte un giorno si preannuncia disastroso, poi passano le ore e... continua ad essere disastroso.
Qualche giorno fa dovevo uscire e prima volevo fare la doccia come ogni essere umano che si rispetti e che sia degno di questo appellativo. Fino a qui tutto bene.
Ma ad un certo punto, mentre mi massaggiavo la nuca e avevo lo shampoo a bruciare i bulbi oculari, urto con il gomito il bagnoschiuma sul ripiano, il quale (per ovvietà dei fatti) mi cade sull'alluce che proprio quella mattina aveva urtato la cassettiera.
Recupero il flacone da terra senza degnarlo di un'occhiata e lo poso sul ripiano dove mia madre lo mette sempre. Sciacquo il tutto, metto il balsamo e continuo con sicurezza pluriennale la mia esibizione iper-melodrammatica di Gone forever (Three Days Grace, album One-X).
Ancora nel pieno della consapevolezza del mio corpo da cantante sprecata (sapessi prendere una nota, porca miseria!), afferro il flacone del bagnoschiuma senza guardarlo e lo verso sulla spugna. Riposo il flacone e inghiotto le parole della canzone: il box doccia si era impregnato di un odore pungente che sembrava Rio Azzurro. Al che penso che diavoleria è mai questa? Perché qualcuno vorrebbe profumare come un cesso? Okay, un cesso pulito, ma resta pur sempre un cesso.
Guardo il flacone che ho appena posato e scopro che il fatto non è che SEMBRAVA Rio Azzurro: lo ERA per davvero.

Sfiorata la tragedia, smetto di cantare. Di conseguenza perdo il senso del tempo, rendendomi conto di essere in ritardo solo quando mi telefonano chiedendomi dove fossi.
Mi preparo ad uscire il più velocemente possibile, tanto velocemente che dimentico il portafogli a casa e devo tornare indietro dopo aver percorso almeno quattrocento metri.

Ritornata in macchina, percorro qualche centinaio di metri e una lucina rossa sul display mi avverte gentilmente che sono in riserva. Piuttosto sotto in riserva. Prima non me n'ero accorta, se non avessi dimenticato il portafogli forse me ne sarei accorta troppo tardi. Penso con sollievo che la sfiga mi abbia dato un break. Ma questo solo per scatenare un'altra serie di sfortunate circostanze.

Al distributore c'è l'addetto e, ancora ignara, credo di essere fortunata perché non puzzerò come uno scaricatore di porto. Senonché mi telefona un amico, mentre discutiamo l'addetto ha terminato e mi augura buona serata. A quel punto, non so bene come, mi ritrovo a mettere la prima, a dire buona serata al mio amico e a chiudere la chiamata per dire all'addetto sono in ritardo, lo so, non mi stressare!
Lascio il distributore in una profusione di scuse, di pressione alta e faccia rovente.

Alzo il volume di The kids aren't alright (Offspring, album Americana) per scacciare il ricordo recente e continuo il viaggio per pochi minuti. Ferma ad un passaggio a livello chiuso, un macchinone si affianca alla mia piccola utilitaria dove due ragazzi mi indicano e ridono finché uno si sporge dal finestrino e mi urla qualcosa che non ho ben compreso; le opzioni erano:
Wee bauscia!
oppure
Wee bagascia!

Non mi sembrava il caso di urlargli a malo modo un: a to soro! (a tua sorella) perciò ho risposto con una elegante esibizione del mio affusolato dito medio. Molto chic. E per di più alzo ancora il volume pensando Dexter, aiutami tu.

Arrivata a destinazione la serata si stabilisce nei soliti classici: brutte battute che fanno ridere, sorsate di birra andate di traverso, parlar male di qualcuno e ritrovarmelo vicino, inciampare su piedi altrui, brevi episodi di dislessia verbale (ma che esiste davvero 'sta cosa?). Anche il ritorno a casa si rivela liscio. Resto davanti al mio cancello dieci minuti buoni a "trafficare" con la chiave, cercando di far aprire quell'ammasso di metallo, provo e riprovo finché mi si arrossa la mano, ho un dito dolorante e mi scappa la pipì. A mali estremi, estremi rimedi: nonostante io indossi un vestito corto (ho le gambe corte e non metto tacchi, o le gonne sono corte o sembro scappata dall'asilo), decido di arrampicarmi e scavalcare. Mi guardo intorno, ma alle quattro e venti del mattino non c'è nessuno in giro. Metto un piede sulla ruota per darmi la spinta, mi aggrappo a dei piloni di cemento, mi arrampico sul muretto aggrappandomi al cancello e in qualche modo riesco a raggiungere la vetta. Una gamba passa agilmente dall'altra parte del recinto, l'altra si blocca perpetuamente a pochi centimetri dalla linea di arrivo. Mezza obliqua, mi arrischio a guardarmi le spalle: ho il culo coperto per un soffio e un rametto secco di gelsomino si attacca ai lacci degli stivali (hey, la sera fa ancora freddo!). Mi piacciono i gelsomini, veramente, ma ho imprecato di brutto contro di loro. Contenta che almeno nessuno stia assistendo alla scena, inizio a scuotere il piede bloccato mentre l'altra gamba mi penzola libera dall'altra parte della barricata. Alla fine il gelsomino si arrende e lascia la presa. Ondeggio sulla vetta ma resisto, completo la scavalcata e atterro nella mia proprietà. In una ondata di rabbia mista a trionfo do un calcio al cancello. Quel bastardo di metallo, dopo uno strano scricchiolio, si apre dolcemente spinto da un soffio di vento.
Atterrita, l'unica espressione della mia esasperazione è accasciare la testa sul petto e meditare su un cambio di nome. Ma la giornata è finita e decido di prenderla con grazia, rivolgendomi più o meno così al cancello


mercoledì 3 giugno 2015

2015 Reading Challenge: first flop.

Questo mese niente da dire e niente da mostrare.
Questo maggio è finito in un soffio e non ho letto nulla, neanche una pagina.
Non ho avuto voglia di leggere, diciamo che c'è stata una reciproca pausa di riflessione (con conseguente: vediamo altre persone).

Primo fail in questo progetto, se ce ne sarà un secondo sarà il tempo a dirlo.
Stay tuned, ché ho intenzione di scrivere qualche post idiota (più del solito, ndr) per recuperare tutti i post grigi e malconci degli ultimi tempi. Perché posso anche smettere di leggere, ma non di collezionare malafiure (brutte figure pubbliche).



PS: se qualcuno ha la pazienza di spiegarmi in termini semplici ed elementari cosa rappresenta questa nuova normativa sui cookies (cosa succede in pratica ed eventualmente quali difese adottare), ben venga.