martedì 14 aprile 2015

Ma che disperazione, nasce da...

... da una illusione
era un gioco, non la sala d'aspetto del medico.

Perdonate il mio tentativo di ammazzare una canzone di Battisti. Però quando ho pensato "che disperazione" questa mi è venuta in mente.
Sì, perché se passo una bellissima giornata a pasquetta, dopo due giorni mi ritrovo con una febbre che non vuol passare e perciò c'è da andare dal medico.
L'illusoria consolazione del pensiero "Ci vado mezz'ora prima che apre così sono tra i primi e me la squaglio" sfuma rapidamente. Per una volta che il medico era persino in anticipo (poveretto, anche lui illuso dalla cieca speranza di poter tornare a casa magari per le nove di stasera), mi tocca comunque un'ora e mezza di attesa pur essendo il numero 3. Sono la terza e mi confondo alla perfezione con l'arredamento della sala d'aspetto. Che poi, intendiamoci, non è una sala d'aspetto: è come mettere Barbara d'Urso e la De Filippi a condurre lo stesso programma nel medesimo studio televisivo.


Bisogni... a ognuno il suo.

I vecchi qua son cazzuti! Mentre io sono mezza sdraiata su una sedia di plastica da giardino, saltando da deliri febbrili a botte di sonno (ma tu vedi se non dovevo prendere 38.8 di febbre per poter dormire in santa pace!), loro sono lì a spettegolare energicamente. Io non so come fanno, ma conoscono tutti e sanno tutto di tutti.
Ad un certo punto ho avuto paura di essere trascinata in campo e ho tentato di assemblarmi al muro, tanto il colorito è all'incirca lo stesso.
Ma poi, dico io, perché mi devono recitare i necrologi??? Di ogni santa anima passata a miglior vita negli ultimi sei mesi vi è: identità (nome e/o soprannome, età), status coniugale (uno o più, compresi amanti) e proletario (con aggiunta status coniugale dei suddetti virgulti), lavoro e carattere (solitamente solo cose belle, al massimo viene menzionato un difetto giustificato da qualsivoglia esperienza o precedente status famigliare) e, ovviamente, lo stato medico.
La più informata di tutti risulta essere quasi sempre l'infermiera. Boh, secondo me ha capacità magiche-occulte, altrimenti non me lo spiego.
Ovviamente io non conosco/conoscevo nessuna delle anime menzionate, però comunque mi assale violentemente la depressione. Non contenti, rincarano la dose. Spiego perché, brevemente.
Una di queste anime era proprietario di una casa di riposo per anziani e, in seguito alla storia e all'ubicazione del luogo, si mettono a discutere della questione dell'abbandono degli anziani, dei pro e contro di una casa di cura (una famosa in città ha una "modica" tariffa di 1700 € al mese) e se sia meglio una casa di cura "ufficiale" oppure quei privati che ospitano a casa loro un paio di vecchietti. Questo è un argomento tristissimo, a mio modo di vedere: ti spacchi la schiena per creare una famiglia, lavoro, tirare su figli e quant'altro e alla fine ti ritrovi da solo, scarrozzato al migliore offerente. Questo è ciò che si guadagna dall'avere una famiglia? Capisco che alcuni anziani hanno bisogno di cure particolari e/o non si vuole pesare sui propri cari, ma come si fa ad essere certi che vengano trattati col giusto rispetto? Che non vengano imbottiti di pillole così sono troppo sonnacchiosi per potersi anche alzare dalla sedia?
Capite perché la disperazione?
Aspetto positivo è che se non mi sono suicidata oggi, non lo farò mai.

Ah, e comincio a capire perché il mio medico è l'unico essere umano a chiamarmi "gioia" senza farmi incazzare. O dubitare delle sue intenzioni. O mi metta a disagio. O facciamo che la smetto così, và.

martedì 7 aprile 2015

Dimmi la verità!


... o anche no. Del resto, la verità è relativa.
E magari domani sarà la verità.
Lo dico sempre che non dovrei comunicare nel post-sbronza, ma sono conosciuta per dare ottimi consigli che io non seguo.

venerdì 3 aprile 2015

2015 Reading Challenge: Marzo.

Ci si potrebbe aspettare che, dormendo dalle tre alle sei ore per notte, alla fine si arrivi al punto in cui le giornate paiono lunghissime, interminabili. A me invece sembra che i giorni trascorrano come minuti: ora mi alzo dal letto, un paio di battiti di ciglia ed è già ora di tornare a letto, a fissare il soffitto come se contenesse tutte le risposte ai grandi perché irrisolti della vita. Nella contemplazione del mio tetto non ho ancora trovato nessuna risposta, come prevedibile. Mah.
Comunque, questo mese sono riuscita a leggere 4 libri, tutti facenti parte della stessa saga. Me ne mancano altri due per completare e non ho ancora terminato Grandi speranze, iniziato oramai più di un mese fa. Il fatto non è che non mi piaccia, è solo che questo mese ho sentito la necessità di leggere qualcosa di leggero e poco impegnativo, in più sono passate intere settimane senza che io ricordassi la sua presenza sul mio comodino. Alla luce di tutte queste grane (dall'insonnia alla leggerezza passando per le dimenticanze), l'aggiornamento del mese di Marzo sarà più breve dei precedenti.

Questa saga fantasy è di Rachel Vincent, la quale (evidentemente risentita per la presenza massiccia di licantropi) ha basato tutto su clan di pantere mutaforma. Ma vediamo brevemente alcuni personaggi.
Faythe Sanders, figlia del capo clan e narratrice, è una ragazza di anni 23 scassa maroni, con meno istinto di sopravvivenza e auto-conservazione di quelli di Scemo e più scemo. Il fatto che le "femmine sono rare" secondo me è l'unico motivo per cui molti la sopportano e alcuni addirittura se la vogliono pure sposare.
I pretendenti principali (non vi dico se all'anulare sinistro o all'anatomia) sono Marc e Jace.
Marc, nonché primo fidanzato e primo a farle la fatidica proposta (rifiutata per andare al college e sganciarsi dal clan), è un figo dagli occhi "castani con pagliuzze dorate" (ho la nausea per quante volte l'ho dovuta leggere), è possessivo fino all'ossessione e molto, molto irascibile; verso la fine del terzo libro dimostra finalmente un uso più positivo della forza, che non prevede l'ennesima distruzione di mobilio. Da qui inizia a piacermi. Poi boom, nel quarto viene rapito e si vede poco (sarà una coincidenza? Saranno stati gli alieni a prevedere che mi sarebbe piaciuto e hanno voluto testare questo cambiamento di flusso? Voyager!).
I due, Marc e Faythe, vivono in una spirale costante di prendi-e-molla; del resto, perché la tonta dovrebbe fidanzarsi con Jace, mister Occhi-blu-cobalto (è fissata coi colori!), il quale pare abbia tutte le rotelle a posto ed è pure simpatico? Certo, un pensierino su di lui ogni tanto se lo fa, eh, ma per lei c'è sempre Marc...
Mi viene voglia di afferrare Jace per le braccia, scuoterlo e urlargli isterica "SCAPPA! DANNAZIONE, SCAPPA! SAAALVATIIII!"
Io qui lo dico: secondo me finisce che si sposa Marc e Jace mi finisce ammazzato in maniera tragica, eroica ma sostanzialmente idiota. Di solito i personaggi più equilibrati ad un certo punto muoiono, come è successo allo zio Keith in One Tree Hill (questa mi deprime ancora).


Il quarto libro per ora è il migliore, non so se dipenda dalla poca presenza di Marc oppure dal fatto che finalmente la trama diventa più concreta, il ritmo meno lento e meno prolisso. Rimane a grandi linee banale ma si può leggere.

Ah, tra due giorni c'è Pasqua e Pasquetta ma siccome non mi piacciono le feste comandate (a parte le grigliate alcolemiche di pasquetta, 25 aprile e 1° maggio) e che non ho molta creatività al momento, auguro tante buone cose, cià.