martedì 30 settembre 2014

Inferno postale.

Attraverso la vita camminando sul filo dell'esasperazione.
In una funesta mattina soleggiata, mi viene da pensare "Mi scoccia troppo fare pulizie oggi, ma non posso guardare altri episodi di Criminal Minds altrimenti mi finisco una stagione in tre giorni. E quindi? Ma sì, dai, andiamo alla posta. I vecchietti per la pensione non ci saranno... Sì sì, vado alla posta e TORNO PRESTO."
Boom! Sfiga. 

Vado alla posta per depositare un assegno di un centinaio di euro, tutta tranquilla perché ho beccato solo semafori verdi e nessun autista che sembra aver preso la patente da autodidatta (o che l'abbia vinta con un gratta e vinci).
Entro nell'edificio e trovo un terminale vuoto ma in funzione. "Bella lì! penso Guarda un po' che culo, uscirò di qui in meno tempo di quello che mi ci è voluto per arrivarci", continuo a pensare nella mia beata ignoranza degli eventi prossimi futuri.

- Buongiorno.
Nessuna risposta. Già iniziavo a capire qualche cosa, ma non riuscivo a crederci... penso "Ma quanto cazzo è spesso 'sto vetro??". Alzo un po' la voce

- Buongiorno.
Dieci secondi di silenzio.

- Ciao.
Cazzo, ma allora sa parlare! Carramba che sorpresa! Sposto il peso da un piede all'altro, con la smania di andare via. Ormai avevo capito in quale trappola infernale ero caduta.

- Sì, ciao (balbetto). Devo depositare questo assegno.
- Un assegno?
(Perché, che ho detto?) - Sì, un assegno. Eccolo.
E gli sventolo il pezzo di carta davanti alla faccia. Lei annuisce e inizia col farmi un paio di domande. A chi è intestato? Intestato a te? E dove li vuoi mettere? E via dicendo. A quel punto ho un flash.
Oh santa pazienza martire, lei è...



Oddio, è Fabrizio Biggio dei Soliti Idioti! Solo che quella che ho beccato io era vestita meglio ma truccata molto peggio. Sembrava reduce da una sbronza non ancora smaltita, con la matita nera degli occhi sciolta fino alle occhiaie (pur non nascondendole) e una coda di cavallo con ciuffi che puntavano in direzioni diverse.

Ma perché è capitata a me!!! Inizio a urlarmi in testa. Poi sospiro e mi rassegno, sono già cinquanta domande che mi fa, con la lentezza nel parlare che una storia della buonanotte a confronto pare un rave, mi dico per consolazione che ormai stiamo finendo... Sbaglio.

Mentre pigia le sue ditina sulla tastiera di inizio anni 2000 del pc, mi estraneo un po' dal mio compito. Mi giro e scopro che ci sono almeno cinque persone dopo di me, che aspettano pazientemente il turno. Ma non è colpa mia se sono diventata quella che crea fila, è la tizia che è lentissima! Come se non bastasse, chiede al collega se può fare una certa azione (roba da posta), il collega non sa e la tizia inizia a chiamare il direttore a gran voce (si chiamerà mica Bertelli??).
Dopo cinque minuti di urla, esce un signore panciuto da una stanza e le dice che il direttore è in vacanza chissà dove. Torna a picchiettare sulla tastiera e riprende a farmi domande; per rincarare la dose, in linea con le sue azioni, la tizia mi parla a bassa voce, così sono costretta a chiederle di ripetere la domanda almeno una volta su tre.
Vorrei tanto darmi un facepalm, oppure assestare a lei una cinquina ma aimè il vetro ci separa!

Continuo a pensare, un po' per intrattenermi e un po' per trattenermi. "Perché questa si accanisce proprio con me? E dire che sono vestita abbastanza decentemente! Okay, i capelli sono ancora un po' da pazza, ma poco poco giuro, sono legati! Va bene, ho infradito, pantaloncini e t-shirt neri ma non sono vestita nello stile di Francesco Mandelli in quello sketch! Lì mi è sempre sembrato il sosia di J Ax... Ma a me manca decisamente barba, quindi perché ha scelto di andare in letargo proprio adesso!"




Okay, magari non si somigliano neanche e me lo sono immaginata, abbiate pietà di me. Hanno ampiamente abusato della mia già scarsa pazienza.
Ah, e mi hanno detto di tornare quando ci sarà il direttore.
E che cavolo, voglio depositare i miei soldi non voglio mica rapinarvi!

venerdì 26 settembre 2014

Listography project pt. 38 + 39:hobbies past and present + my favorite magazines.

The Life In A Year

PT. 38: essenzialmente ho gli stessi hobbies da quando avevo circa sei anni.
  • Leggere storie
  • Scrivere storie
  • Giocare a Super Mario
  • Ascoltare musica che da sui nervi a mia madre ma che io adoro
  • Dormire (se può essere definito hobby)

E basta, credo... O quanto meno sono i più salienti.

PT 39: giornali o riviste preferiti.
Ecco, so che può sembrare strano detto da una che voleva fare la giornalista, ma non ho mai avuto preferenze. Forse perché non ho mai comprato un giornale, leggendo solo quelli che mi capitavano quando mi capitavano; a tredici anni credo di aver comprato due-tre Cioè (non di più) ma principalmente li ho comprati per il "regalo" allegato. Dire "regalo" mi ha sempre fatta arrabbiare: col cazzo che è regalo, per quello che costa il giornaletto ci ho comprato eccome l'allegato! Però riconosco che ha un fascino particolare dire "regalo" e non "allegato incluso nel prezzo, alzato di poco per giustificare la sua presenza".
Ah marketing, che strano essere...

domenica 21 settembre 2014

Nuovo Ufficio Sinistri, Cap. 3: l'influenza del gruppo sociale su di un Nuovo Individuo.

I primi giorni, a volte anche le prime settimane, incidono molto sul Nuovo Individuo che si aggiunge alla routine del nuovo gruppo sociale preesistente, dove gli individui che generalmente lo compongono sono ben amalgamati (tra gli alti e i bassi che generano le relazioni umane) e rendono compatto il gruppo tramite la condivisione stabile di un lasso di tempo non trascurabile, che va ben oltre il normale orario di lavoro (intendo extra non pagati).
Il Nuovo Individuo, da qui in poi abbreviato semplicemente in NI, deve trovare il proprio spazio, il proprio campo abitativo e il campo d'azione, deve riuscire a cogliere la direzione del flusso sociale, deve carpire e appropriarsi di nuovi ruoli e competenze; tutto contemporaneamente, altrimenti si rischia l'espulsione (altresì chiamato "licenziamento") o l'alienazione dal gruppo sociale. I comportamenti indicano inevitabilmente tratti del carattere e da ciò può dipendere il corso della vita dell'NI. Si viene etichettati con speciali cartellini che vengono inglobate dall'epidermide del nuovo arrivato e niente, nessun comportamento considerato "normale" o "accettabile" dalla società moderna (vedi: omicidio, oppure: disturbo psichico), può modificare le parole scritte sul cartellino.
Perciò se il primo giorno non parli sei timido, se fai una critica sei un flagellatore di attributi intimi maschili, se stai tranquillo sei disinteressato e/o pigro, se parli di continuo sei una pettegola arrogante, e così via. E finché si farà parte di quel gruppo l'aggettivo scelto dalla maggioranza sarà il vostro tratto distintivo.

Essere l'NI del gruppo farà dell'individuo in oggetto un caso da osservare, studiare e teorizzare (spacciandolo poi per verità dei fatti). Nel precedente Capitolo, ero io l'NI, la scimmia ammaestrata, a formulare teorie sulla fauna umana che mi circonda; adesso sarò io ad analizzare la mia figura all'interno del gruppo. Perché non solo l'NI deve integrarsi nel nuovo ambiente, ma deve anche fare i conti con l'influenza che tutti i fattori ambientali generano su di lui-lei-esso.


  • Dislessia portami via: grazie al cielo la mia voce pensiero non è come quella di John Dorian, che si conclude con una affermazione incoerente e sconclusionata per le orecchie di chi lo circonda dal vivo. Resta tra me e me, così nessuno sa che il frutto nato dal seme del lavoro e dalla ninfa della distrazione ha creato pensieri o atteggiamenti come i seguenti:
  1. La dicitura "Dati fornitura" era diventata per venti minuti buoni "Dati fortunati", con conseguente stupore. COSA AVRA' VOLUTO DIRE? Risuona da qualche parte nel mio cervello, NON andiamo a scoprirlo, risponde un'altra.
  2. Tale Signor Ciccarelli si chiamò prima CICCIABELLI, in seguito CINCIALLEGRA, quuest'ultima per colpa del passerotto che fissai per qualche minuto mentre beccava qualcosa sul davanzale della finestra.
  3.  Il signor Rivoli diventò RAVIOLI (che volete, erano le 13.00, avevo fame)
  4. Il signor Lazzarini divenne Lazzaroni-quelli-buoni (erano sempre le 13.00 e non avevo fatto lo spuntino di metà mattina, né colazione).
  5. Organico venne letto orgasmico.



  • Flessibilità cognitiva e comportamentale coercitiva: se l'NI è un soggetto che rifulge dalle relazioni sociali e che mantiene una parvenza di equilibrio tendendo ad offuscare le proprie lacune, si modellerà secondo le correnti principali del gruppo sociale. Per cui moltiplica i suoi sforzi nel portare a termine i propri compiti pur di non restare indifesa in balia del suddetto gruppo. Tutto ciò non è affatto privo di conseguenze per la vita psichica dell'NI:
  1. Sebbene per i numeri l'NI abbia la memoria di un muro di tufi, le pressioni ambientali aumenteranno tale capacità in maniera esponenziale e sorprendente.
  2. Il neonato feeling con i numeri ha come effetto collaterale la permanenza di sequenze numeriche nelle sinapsi dell'NI, comprese durante svariate parti del giorno extra-lavorative; non capita di rado che l'NI si svegli da sei ore di sonno mormorando: sì, 1856, 1857, 1858, 1859 e nota di credito 724, aprile 2013 nel raccoglitore rosso.
  3. Per mantenere il controllo, l'NI svilupperà un radicato e inalienabile bisogno di ordine. Tutto il materiale verrà disposto nel suo spazio secondo metodo e ordine ben precisi, nonostante l'NI ami (o amasse?)  il caos. Si annovera quindi qualche sintomo di comportamento ossessivo-compulsivo.
  4. L'instancabile stacanovismo farà guadagnare all'NI dei soprannomi adeguati apposti dai suoi nuovi colleghi più vicini, come ad esempio Super Vicky.


Tutto ciò non può non avere delle conseguenze sull'NI...
Questo l'identikit di un NI prossimo al collasso: pupille fisse, comportamenti insensati/ paranoici/ parossistici, -ati-ici-anti. Consultate un DSM per sicurezza o rivolgetevi ad uno specialista.
Io mi curo da sola.

    martedì 16 settembre 2014

    Listography Project pt. 35+36+37: things you like to do on your day off + most memorable injuries and illness + names of your past schools.

    Le ultime settimane stanno correndo ad una velocità assurda, a confronto quelli di Fast&Furious sono vecchietti a bordo di un treruote.
    Comunque, vado altrettanto di fretta, ma 'ste liste si stanno accumulando e di questo passo so bene dove arrivo. A rinunciare. Quindi no, grazie, vado di corsa ma ci sono, ho dato la mia parola (a chi non è chiaro neanche a me). E vabbè, procediamo.

    PT. 35: cose che mi piace fare nel mio giorno libero:
    • niente
    • meno di niente
    • il niente assoluto.
    • se proprio mi va qualcosa: musica, lettura, scrittura, o qualche giro con gli amici.

    PT. 36: gli infortuni e le malattie più clamorose:

    Anche se facevo giochi violenti e/o pericolosi (tipo wrestling con mio fratello, o arrampicarmi su qualunque tipo di albero, o andare in bici troppo veloce su terreni tutt'altro che pianeggianti, o visite in case abbandonate dagli anni '50) non mi sono mai fatta più male di ginocchia e gomiti sbucciati.

    Una volta, a circa nove anni, sono salita sui ponteggi dei muratori e sono caduta da quasi due metri; non ho respirato per un bel po'... mi si era anche appannato lo sguardo per mancanza di ossigeno. Poi mi sono calmata e mi sono costretta a respirare piano e poco, dopo una decina di minuti ero completamente okay.

    A undici anni sono stata operata di ciste al polso. Il mio dottore era gentilissimo e bello da panico.


    PT. 37: nomi delle scuole che ho frequentato.
    Rispondere nuoce al mio anonimato, credo, mi mette in difficoltà... è come se raccontassi le mie cose a persone che conosco. Essendo molto, troppo, chiusa, questa cosa mi viene difficile...

    Ho fatto un liceo di indirizzo umanistico.
    Ho fatto un anno di università a Palermo, da cui mi sono ritirata.
    Ho fatto un corso di formazione in Sicilia.

    Basta.
    Davvero.

    See you next time. Or never. Or maybe.
    Okay, have nice day!




    The Life In A Year

    mercoledì 3 settembre 2014

    Nuovo Ufficio Sinistri, Cap 2: la convivenza della specie.

    Nonostante abbia avuto i giorni contati nel nuovo ufficio (e intendo proprio letteralmente) sin dall'inizio, non ho saputo resistere neanche un giorno senza osservare la curiosa fauna umana che mi circonda, senza archiviare quei dettagli che vanno ad arricchire il quadro di una teoria.
    Tralasciamo che mi sono improvvisata sociologa e ne sono rimasta un'approssimazione solo perché ho bisogno di svariate distrazioni mentre lavoro per non finire protagonista di una puntata di Criminal minds.

    Cap. 2: la convivenza della specie è il mio post-documentario.

    1. Trovarsi in una struttura isolata non crea sentimenti di paura, timore, crolli psicologici, o altre condizioni di scarsa salute psico-fisica, bensì di coesione volta alla sussistenza. La condizione di esuli favorisce la formazione di un gruppo umano autonomo, capace di soddisfare i propri bisogni di interazioni sociali anche se gli individui sono costanti e poco numerosi. Pratica diffusa è lo scambio di informazioni su componenti ed ex componenti del gruppo non presenti al momento dell'interazione, ma l'argomento prediletto risulta essere invece la vita e le abitudini della propria prole. Solo un individuo (mi do per scontata in questa categoria) non ha prole, ma ha dei cani che tratta come bambini.
    2. Inevitabilmente, essendo un Ufficio e non una piazzetta pubblica, vi sono delle figure al vertice che detengono le redini del potere. In questo specifico caso, il potere è riservato ad un individuo che verrà nominato solo con lo pseudonimo di Re Alpha al fine di mantenere un certo anonimato, nonché rendere una persona un personaggio che può adattarsi ad altri individui simili. La presenza o l'assenza di Re Alpha è percepibile dall'atmosfera: quando Re Alpha è presente nella struttura regna la calma e i compiti vengono svolti con rapida e asettica efficienza, bloccando l'ambiente in un perpetuo lunedì mattina con post sbronza da "Week-end zero acqua, solo alcool". Se Re Alpha, al contrario, è assente, sembra sia l'ultima mezz'ora di lavoro della settimana; cambia in pratica la sostanza del gruppo: è comune sentir ridere fra un compito e l'altro, scambiarsi battute goliardiche e giochi di prestigio ai danni del pacchetto di sigarette altrui, brevi ma aspri diverbi tra due o più soggetti (due soggetti secondo le statistiche è il caso più diffuso). Ma l'evento sociale che più coinvolge i componenti del gruppo pare essere l'incontro improvviso, una sorta di flash mob dove tutti i componenti (o quasi) convogliano nella medesima stanza senza che nessuno proferisca la proposta. Durante questi eventi, i componenti del gruppo sociale fumano, ridono forte, si narrano storie particolari e si scambiano battute solo all'apparenza bonarie (spesso celano infatti rappresaglie contro l'ego oppure subdoli ed occulti attacchi alla posizione del soggetto).
    3. Ciò che appare a dir poco curioso al Nuovo Individuo è che l'imprevedibilità degli scoppi d'ira del Re Alpha non unisce la specie, bensì crea spaccature che impiegano settimane o mesi per ripararsi. Il soggetto colpito da forti parole sarà o indotto a non prestare alcuna attenzione al Re Alpha (molto gettonata la locuzione "Ma fuuuttitiiinne!" con la cantilena tipica del siciliano occidentale), oppure a subire sbeffeggiamenti dovuti ad un precedente sbeffeggiamento praticato dal suddetto al collega vittima del precedente scoppio d'ira.

    Fine del capitolo (almeno per oggi).


    Disclaimer!
    - Unica nota seria è la seguente: sto sdrammatizzando la mia situazione, non intendo offendere i miei colleghi né far credere che siano persone poco affabili. Sono tutte brave persone.

    - Non scherzo, invece, quando dico che il posto è davvero isolato. Guardate CHI ho incontrato fuori dall'azienda:


    Questa ho deciso di intitolarla "Cavalla con puledro"

    "E tu chi cazzo sei?"