mercoledì 20 agosto 2014

Listography Project pt. 33+34: placed you'd to visit + what you've changed since your teens.

Lista n°33: posti in cui vorrei andare. Questa lista potrebbe essere pericolosamente lunga, ma forse non quanto quella dei miei telefilm preferiti.

  • Stoccolma, Malmö e altra Svezia.
  • Helsinki e altra Finlandia, soprattutto boschi e luoghi naturali vari.
  • Parigi, ci sono stati posti che non sono arrivata a vedere e aria che non ho respirato.
  • Londra, e incrocio le dita di poterci andare in ottobre quest'anno.
  • Galles, per via di un libro che ho letto.
  • Scozia, ho visto delle foto meravigliose e conosco persone che ci sono andate.
  • Fortezza di Poenari e Castello di Bran, Romania. Il primo è il castello dove ha vissuto Vlad III di Valacchia, detto l'Impalatore e persona che ha ispirato il celebre personaggio del Conte Dracula, pare sia abbandonato e raggiungibile solo attraverso una scalinata di 1480 scalini; il secondo è quello che ai turisti spacciano come castello di Vlad, in realtà non lo è. Ma per par condicio visiterei entrambi. Mi piacciono i castelli, lo ammetto!
  • Svizzera.
  • Amsterdam.


The Life In A Year


Per ora mi fermo qui, ma probabilmente ne manca qualcuna. Pazienza.

Lista n°34: cosa cambierei della mia vita da teenager. Okay, ho molti rimpianti, ma mi limiterò a qualcosa successa nei miei primi 14-19 anni di vita. Ma qui, su questo blog, ho già reso noto qual è il mio più grande rimpianto e non sarà qui di seguito perché lo scorso anno ero già fuori dal lasso di tempo 14-19 anni.

  • Non ho mai rimpianto di non essere andata allo scientifico come tutti i miei "amici" dell'epoca, però avrei voluto pensare al futuro a più lungo termine, invece di pensare solo al futuro prossimo. Ho fatto una scuola perché era quella che volevo fare in quel momento, invece avrei dovuto scegliere una scuola superiore che mi desse una preparazione migliore e più ampia, che mi avrebbe aperto più orizzonti, penso che avrei dovuto fare il commerciale, sezione turistico. Avrei viaggiato con i numerosi progetti e avrei imparato più lingue, adesso saprei meglio l'inglese. Chissà quanto sarebbe stata diversa la mia vita, chissà chi sarei oggi...
  • Dare uno schiaffo in faccia al mio primo amore prima che sparisse in seguito all'aver ottenuto ciò che voleva: dar fastidio alla sua ex sbattendogli in faccia che aveva un'altra.
  • Avrei dovuto tentare l'università in una città lontana, non in quella più vicina: la terribile UNIPA. Forse non avrei mollato, ma se anche avessi mollato almeno avrei avuto altre esperienze.
  • Vorrei essere stata più socievole. Non che adesso lo sia, socievole dico, ma più di allora sì.

Che fatica per l'ultima lista... Così tante cose da dire e così poca voglia di dirle! Però era la giornata ideale, sia io che il cielo oggi siamo grigi.

domenica 17 agosto 2014

Le cinquanta sfumature del vomito.

Questa è la poesia e la gioia di vivere che si scatena negli animi dei poveri lettori quando terminano (probabilmente dietro terribili minacce) la lettura di Cinquanta sfumature di grigio. Per questo mi avvarrò di alcune scene tratte da Willy, il principe di Bel Air, altrimenti mi fermo qui e vado a nascondermi sotto il letto.
All'inizio ero piuttosto incerta sul parlare o no di questa mia deplorevole lettura, poi mi sono detta: se una cinquantenne non si vergogna di pubblicare delle fantasie da sessualmente frustrata quale evidentemente è, con un linguaggio da tredicenne che marina regolarmente la scuola, perché non posso scriverne io nel mio piccolo spazio virtuale? E gratis anche, eh!
Passato questo dubbio, da amante dei dettagli, mi sono chiesta se fosse giusto mettere a questo post l'etichetta "Angolo Libro", inquinando così i sentimenti positivi che mi legano ai libri di cui ho già parlato (tranne Madame Bovary, che continua a non piacermi). Perciò l'etichetta più adatta mi è sembrata "Wall of shame" (per di più facendo concorrenza spietata a quel monumento che tanto detesto, quindi figuriamoci).

Mi sono convinta a leggere questo cumulo di carta (mi rifiuto di chiamarlo "libro") solo perché la mia bacheca di Facebook era piena di video trailer, condivisi pure da persone che ho sempre ritenuto assennate. Manderanno il film nelle sale a San Valentino, dunque ho ingenuamente pensato che la storia del sadomaso fosse equilibrato con del sentimentalismo da diabete di tipo II. Mi sono detta, ancora più ingenuamente devo ammettere, non potrà essere davvero così orribile, no? Magari le persone che tanto lo criticano sono dei frustrati anche loro, persone che desiderano essere al posto dei protagonisti ma che al massimo posso fare la parte degli addetti alla pulizia. Ebbene, mi inginocchio sui ceci e chiedo scusa a quelle persone per i miei cattivi pensieri. E dirò di più: se il tuo partner ti propone di andare al cinema a vederlo beh, ATTENZIONE. Io al posto tuo mi farei tante scomode domande.

Dopo questa lunga premessa, per dire in sostanza che mi ero partita senza pregiudizi e con tanta buona volontà, procediamo per piccoli passi. Partiamo con i personaggi:
Anastasia, detta Ana (che simpatico nomignolo, eh? Tutta farina del sacco della James), ventunenne vergine, con dei bruni e brutti capelli (per sua stessa ammissione in prima pagina), timida, impacciata, insicura, goffa, con la vivacità e la personalità di un comodino in arte povera con i centrini in pizzo della trisavola. Vi ricorda forse qualcuno? Se avete pensato a lei...



... complimenti! Sembrano gemelle omozigoti separate alla nascita.

Christian Grey: giovane, ricco come Bill Gates ma bello come un dio greco, di una bellezza travolgente, splendido (tutte citazioni letterarie, non è colpa mia!). Così affascinante ed eccitante da far passare in secondo piano (e anche in terzo o in quarto, volendo) che è un maledetto psicopatico con manie di controllo e di potere (cosa che lui ammette candidamente migliaia di volte, sin dall'inizio) ben oltre il patologico, frutto di un'infanzia che dire traumatica è dire niente.

Poi ci sono Elliott, l'allegro e spensierato fratello di Christian, e Kate, l'amica coinquilina di Ana, personaggi che in seguito (cioè a colpo di fulmine) instaurano una relazione romantica. Kate spinge la cara amica Ana nelle braccia poco raccomandabili di mr. Grey (oh ma che volete?? Lui è ricco e bello da morire, praticamente il curriculum dell'uomo da maritare!), poi vede la cara ragazza che cambia personalità (WTF?) e che piange ogni giorno come una fontana che perde acqua; dopo tutto questo, dimostra il suo profondo senso di amicizia quando nel bel mezzo della notte mr. Grey irrompe in casa loro mentre Ana piange disperata, ma Kate che fa? Gli urla che è un bastardo e poi lo lascia entrare non solo in casa ma anche dentro la camera di Ana e, nello specifico, dentro il suo letto. Per tutta la notte. Cioè, sta distruggendo quel povero comodino quella povera, innocente creatura e lei si limita a gridare qualche parola prima di sparire nel nulla. Se questa è amicizia allora io della vita non ho capito uno stramaledetto piffero.

Insomma, già da qui si percepisce la gravosa quantità di stereotipi e banalità. E il peggio non è ancora arrivato.
TRAMA: la narrazione si apre con questa ragazza, Ana, che davanti allo specchio inveisce contro i suoi capelli poco adatti alle pubblicità sullo shampoo (non fanno sshhwish) e procede subito a descriversi (perché tutti appena ci guardiamo allo specchio la mattina facciamo l'inventario dei nostri difetti e pregi fisici. Veridicità Rulez).
Io a questo punto, ossia la prima pagina, mi sono data un facepalm e mi sono chiesta in quale diavoleria mi stessi immischiando, desiderando che un colpo di scirocco mi portasse via dalle mani quei fogli. Ma tornando alla storia, Ana deve intervistare l'imprenditore mr. Grey per il giornale scolastico per conto della sua amica Kate, che proprio quel giorno è malata. Ana, da bravo comodino da brava studentessa che non si è mai preparata per un colloquio di lavoro, va a intervistare un noto e importante personaggio pubblico senza neanche procurarsi prima qualche informazione di base (che comunque Kate aveva, perciò la stupidità è già fuori controllo).
L'impacciata ragazzina, innocente quanto un'amish, commette svariate gaffe: entra in ufficio e cade dritta dritta sul pavimento, il registratore le scivola via dalle mani alcune volte, gli chiede ripetutamente come un mantra se è un maniaco del controllo (disgraziata, se ti ha già detto venti volte in un due pagine che gli piace avere il controllo, cosa cazzo gli chiedi ancora? Capisco che avere il controllo di sé e degli altri stile mentalista è una pura utopia per il tuo miserabile intelletto, ma hai scartavetrato i gabbasisi), gli chiede se è gay, balbetta intimidita dall'inizio alla fine, poi la prima illusione-cazzata-fantasia dell'autrice: il bellissimo e intelligentissimo uomo d'affari le offre uno stage nella sua azienda e rimanda un altro appuntamento di lavoro per continuare questo patetico rendez-vous.
Ma per favore!

Nella realtà sarebbe successo che: mr. Grey, controfigura di Briatore (con lo stesso charme e le mani più lunghe), appena sente la ragazza dire che le domande non le ha scritte lei, che lei non è neanche la vera intervistatrice bensì una mera sostituta, diventa paonazzo, urla a malo modo chi cazzo ha fatto entrare quello spreco di ossigeno e chiama la sicurezza per sbatterla fuori.


Dalla serie de "Il lancio di Jazz"

Ma tornando alla trama (o alla presunta tale), quando Ana finalmente toglie le tende inciampa ancora, ma Bello-e-impossibile non è presente per assistervi.
Qui parte il primo ma non ultimo pippone di Ana: me sento strana, ma che c'ho? Quell'incontro mi ha fatto venire l'influenza oppure è stata la sua formidabile bellezza? Ma nessuno mi ha fatto mai questo effetto! Ma è perché è bello o perché è ricco? E lui è tanto bello e perfetto però io faccio schifo (ah eppure si muove un neurone ogni tanto!), come fa ad essere interessato a me? E gnegnegne.
Ditemi la verità, non vi viene voglia di strozzarla?


La cosa ancora più improbabile è che, dopo tutto questo, lui, il grande e perfetto super modello, inizia una intensa opera di stalker, la invita ad uscire, le fa regali costosi (Mac, Blackberry e auto di lusso) e la convince senza troppo impegno a dargli la sua verginità (più volte durante l'arco della notte). Dopo di che, Bello-e-impossibile si attacca a lei stile muschio intorno alla palude e le propone una relazione sessuale con annesso contratto. Un contratto cartaceo vero e proprio, fatto di articoli, clausole, appendici e firme da apporre in calce. Se pensate "Che squallore!", è esattamente quello che ho pensato io. Squallore e disgusto*.

Ci sono inoltre scene indegne di essere raccontate, ma ormai che sono qui non ho altra scelta che continuare a nuotare in questo infido e becero mare di cazzate pre-adolescenziali.
Si tratta di scene ben oltre il limite del ridicolo.


sabato 9 agosto 2014

Listography Project pt. 31 + 32: bands you've seen live + professions you'd like to try.

I know, sono in ritardissimo. Se non dovessi sperperare il mio tempo nel tragitto che separa la mia abitazione dal luogo di lavoro... Nonononono, bando alle scuse: la verità è che sono sempre la solita procrastinatrice. Faccio sempre le cose all'ultimo sindacabile minuto, ma oggi (complice un raffreddore estivo) sbrigo qualche faccenda, tipo due liste. Temo che la mia blog-vita sarà malinconica quando finirà questo progetto, o forse sollevata per una incombenza in meno? Non so, mi do tempo per decidere. Come al solito.


The Life In A Year

Pt 31, ovvero le band che ho visto dal vivo.
Qui apriamo un capitolo doloroso, perché se tralasciamo tutti i gruppi locali sconosciuti ai più, i concerti a cui ho assistito si riducono a... uno:
  • Marta sui tubi.
Io prima di quel giorno estivo dello scorso anno non li avevo mai ascoltati. Mi sono piaciuti, anche se non ho ancora approfondito tale gradevole scoperta, mi sono piaciuti così tanto che ho avuto un colpo di fulmine per Carmelo. Per la verità, il gruppo mi faceva già una certa simpatia da quando scoprii che sono amici dei miei amati Ministri.

Foto presa dal Facebook dei Ministri, dove hanno fatto una gentile richiesta: "Ai Marta sui tubi: se rivolete indietro il vostro violoncellista dovete fare una cover dei Motorhead. Altrimenti ce lo teniamo."


E sono orgogliosa di poter dire che ho una foto insieme a Carmelo (e un po' meno orgogliosa nell'ammettere il fantastico odore che aveva il suo gilet di pelle). Ho anche una foto col frontman, ma non mi entusiasma molto viste le suppliche che io e la mia amica abbiamo dovuto fargli prima che, cu tanto di funcia (col broncio), accettasse di farsi una velocissima foto con noi.
Oggi sono in vena di confessioni.
Un paio di anni fa i Ministri dovevano partecipare ad un certo evento in un parco di Palermo, ingresso gratuito. Con le mie strette finanze e le scarse possibilità di allontanarmi da qui, e con "qui" intendo questa città sperduta da qualche parte in Sicilia, dunque chi cavolo vuoi che venga a suonare da queste parti? Comunque, dicevo... Mi ci sono voluti due mesi per convincere i miei a mandarmici, nessun amico disposto a farmi compagnia, Fratello che stava per essere convinto a portarmici (stavo per stringere un patto di sangue col diavolo, ma ne valeva la pena). Un paio di giorni prima dell'evento ecco l'imprevisto: pioggia torrenziale. Con conseguenza parco allagato ed evento cancellato. Disperazione bruciante.


Pt 32: i lavori che mi piacerebbe provare. Questa è una lista fatta per i sognatori.
  • Scrittrice. E che ve lo dico a fare. Fino ad ora ho sempre scritto per me, perché mi piace, perché è faticoso e spesso poco soddisfacente, però mi piace. Ogni tanto rifletto sulla possibilità di spedire qualcosa a delle case editrici, ma per adesso mi va bene anche così.

  • Giornalista. Se scrivere storie inventate non fosse già abbastanza, mi piacerebbe provare a scrivere per un giornale. Niente politica, economia o cronaca nera, solo cronaca. Fatti che accadono, eventi pubblici che si organizzano, curiosità, tradizioni.
  • Criminologa: lo so, tutti questi Criminal minds, CSI e libri gialli mi danno alla testa. Ma la soddisfazione di partecipare all'eliminazione di criminali dalle strade deve essere esaltante. Un lavoro che richiede molta responsabilità, ma secondo me ne vale la pena.
  • Operatore Marketing: fare brain storming, raccogliere idee, trasformarle, creare messaggi e contenuti; in sostanza, creare.
  • Mantenuta dal coniuge: okay, questo non è un lavoro, ma al momento sono così scazzata che vorrei solo comprare libri e leggere, leggere e leggere, sommersa a turno da pop corn, the al limone, Tennent's, pizza, profitterol, coniuge mantenente.
  • Autista per bands fighe: buona musica, gente bella e strana, bus da guidare durante la notte. Sì, sono strana e mi va bene così.