venerdì 25 luglio 2014

Listography Project pt. 29+30: things you would save if your home was on fire + your favorite games to play.

Ma quanto voglio bene a questo blog se scrivo un post dopo l'ultima stressante giornata di lavoro?? Eh?
E per cosa poi, per scrivere a proposito di sfighe disastrofiche. Cosa salverei se la mia casa andasse a fuoco? Ma anche no! Preferirei salvare la mia intera casa, grazie. Da qui potrei ricavare una qualche lezione filosofica sul materialismo e simili. Mah, vabbé.
Quindi, salverei:

  • Parenti rimasti intrappolati, compreso quel rompicoglioni plus di Fratello (vabbè, magari una piccola ustione gliela faccio provare).
  • il mio cassetto delle cianfrusaglie: ci sono ricordi, diari, i miei manoscritti... Mi verrà la depressione di 'sto passo.
  • gli orecchini che mi regalò nonna Cents per la cresima.
  • almeno quattro libri, quelli stampati negli anni '70 che hanno un odore irriproducibile. Sono i libri che mi hanno fatto amare la lettura, non potrei lasciare tutto al fuoco.

Dopo di ché, facciamo corna a terra, tocchiamo ferro, compriamo questi


e per sicurezza se avete altri riti contro la sfortuna beh, questo è il momento di farli.


Bene, passiamo alla parte più piacevole: la lista 30 riguardo i miei giochi preferiti.
Siccome gioco poco e in linea di massima gioco ancora con le stesse cose, beccatevi questi:

  • Super Mario bros.. Nessuna spiegazione. Lui è immortale. Ci gioco ancora ma solo e sempre nella stessa versione: il classico primo.

  • quel gioco della Nintendo dove si doveva sparare alle anatre e se le mancavi usciva dalle siepi quel maledetto cagnaccio al quale tutti, credo, abbiano tentato di sparare almeno una volta nella vita. Quel cagnaccio assomigliava a quello ugualmente sghignazzante della corsa più pazza del mondo. 


  • vari giochi di diverse tipologie scovate su internet. Non sono una grande appassionata, si nota?

E con ben due liste inauguro l'inizio del mio week end esclusivo a base di pigiama, pop corn salati, Alias e the freddo al limone. Una fantastica esperienza da eremita.
Au revoir!



The Life In A Year

sabato 19 luglio 2014

Nuovo Ufficio Sinistri, Cap. 1: Scimmia ammaestrata.

Nuovo ufficio.
Giorno 5


Leggo "frattura" e non "fattura" per almeno duecento fatture consecutive. Quando leggo "fattura" mi blocco, notando che suona strano.

Comprensione degli operai nella catena di montaggio in un'azienda Ford del 1913.

Sconosco la differenza numerica tra 2083 e 2183 e su quale arriva prima tra i due.

Ore 19.00
Saluto tutti prima di andare. Buona sera. Buon week end. Apro la porta in attesa di sentire il sole morente sulla pelle. Invece buio. Sono entrata nello sgabuzzino.
Per lo meno ho potuto constatare l'assenza di prodotti per la pulizia all'ammoniaca, sebbene uno scopettone non mi abbia ghigliottinata per un soffio.

Finalmente torno a casa e per strada una macchina mi strombazza. Due ore dopo, dopo aver fatto una doccia fredda e aver cenato, capisco che quella donna che agitava la mano dopo il colpo di clacson non era una sconosciuta: era MIA ZIA.

Questo accadeva ieri.



Studi le mie mosse per capire quanti passi farò
prima di quello del penitente
...
Mi presti una pistola? Ho notizie a rallentatore
Io quando chiudo gli occhi vedo sempre una scimmia urlatore.
...Tutti insieme, tutti insieme credevate scherzassi!


PS: Ti voglio bene cara Zia, anche se non ti ho riconosciuta. Che posso farci, ormai sono una scimmia urlatore ammaestrata.



giovedì 17 luglio 2014

Tra feriti... Euhm, traSferiti.

Io e una collega dovevamo essere trasferite in un altro ufficio, in un'altra struttura, in un'altra parte della città.
Niente di male, no? NO! Hanno trasferito solo me, in un posto sperduto in mezzo a chilometri e chilometri e chilometri di "ciàre", ossia terreni argillosi privi di coltivazioni. Per usare un vecchio detto siciliano, si trova UNNE PEISSE I SCAIPPE U SIGNURE (dove ha perso le scarpe il Signore). E se non mi credete guardate il video che ho fatto oggi! La desolazione pura. Altro che posti da Horror Style.


E come se non bastasse, mi hanno messa a fare l'archivio. L'archivio, capite? Con tanta polvere che ben si addice alla mia allergia per la suddetta. Se un giorno decidessero di usare anche detergenti all'ammoniaca io da quell'ufficio ne uscirei dentro una sacca per cadaveri. Otto ore sommersa da carte polverose, niente elettronica. Adesso capisco la gente che si sveglia alle sei per andare a correre prima di andare in ufficio...
Sono così depressa che, dopo aver trovato un documento che cercavo dalla mattina (erano le 18.05), ho festeggiato. Tra me e me, sorridendo da sola, soddisfatta e contenta.

Mi faccio pena da sola.

GOD SAVE ME... ché alla Regina ci pensano già gli inglesi.

sabato 12 luglio 2014

The Listography Project pt. 28: people from history you'd like to have a conversation.

Sorvolando sulla differenza di linguaggio, mi farei volentieri una chiacchierata con:

  • Nietzsche: quante domande gli farei, quante curiosità vorrei soddisfare! Discorrere sulla vita, sul nichilismo, su come guardava in faccia il mondo attraverso questa sua ideologia, come è arrivato a queste conclusioni (e se si aiutava con qualche sostanza), parlare di leggerezze e di persone.

  • Kathleen E. Woodiwiss: non so se possa essere considerata una "persona dal passato", è passata oltre nel 2007, mi pare relativamente poco... Comunque sarebbe un piacere poterle parlare. Raccontarle quanto ha significato per me quindicenne leggere le sue parole, cosa vedevo oltre alle parole d'inchiostro, oltre i nomi e i fatti. Chiederle se ha rimpianti, se avesse altre storie per la testa (e quali fossero). Le chiederei se credeva nell'amicizia, perché ha sempre scritto storie d'amore (quasi sempre contorte, irrazionali, improbabili), ma nessuna amicizia mi è rimasta particolarmente impressa, impallidivano tutte di fronte all'amore; mi chiedo se ci credesse, nell'amicizia, perché non ne ha mai parlato se non come cornice. Avrei bisogno di un quadro dipinto con le sue parole. Avrei bisogno di sognare cose piacevoli.

  • Stendhal: beh, in teoria io con lui ci ho già parlato... quando ho visitato la sua tomba a Montmartre. Ho detto quello che volevo dire in faccia alla lapide marmorea con il suo volto scolpito di profilo. Ma avere una conversazione con lui sarebbe, in termini profani, una figata assoluta. Due polemici che conversano davanti ad un cappuccino (ovviamente disquisendo dei pregi e dei difetti della bevanda prima di dedicarsi alle cose serie). Sapere di più sulla società in cui viveva lui e quali romanzi avrebbe scritto se fosse vissuto negli anni '90/2000.


Ah, belle cose!


The Life In A Year

giovedì 3 luglio 2014

The Listography Project pt. 27: your favorite restaurants.

The Life In A Year



Ovvero, dove completare la propria trasformazione in Homer Simpson.
A dire il vero non mangio spesso fuori casa, tanto meno nei ristoranti. Ma qualche posticino dove mangiare come se non ci fosse un domani ne ho qualcuno:

  • Paninaro vicino al mercato del pesce: non lasciatevi ingannare dai vicini, quello è il paninaro che prepara i panini con le panelle più buoni che io abbia mai mangiato. Quando qualcuno mi comunica che non gli piacciono le panelle la mia reazione in genere è un sorrisetto di sarcasmo misto a compassione, seguito dalla fatidica frase "Ecccerto, non hai mangiato quelli lì!". Altrimenti sei un povero mentecatto, sorry.
  • Bar V.: le migliori arancine. Stop.
  • Pizzeria P.: anche questa non ha bisogno di spiegazioni: the best, THE NUMBER 1.  Soprattutto pizze e dolci sono semplicemente meravigliosi. Gustosi. Saporiti. Deliziosi. E potrei andare avanti così per una giornata intera. Ecco un paio di prove (guardate e invidiatemi).



Guardate questa opera d'arte: dadolata di pomodorini, gamberetti e zucchine alla julienne. E se ve lo dice una che non mangia pizza e pesce, fidatevi: vorrete mangiarvi pure il piatto!


PS: che si nota che sono di cattivo umore? (Mi pare già di poter sentire gente in coro che si scambiano occhiate recitando un NOOOO).