mercoledì 28 maggio 2014

Listography pt. 21 + 22: Things people should remember you for + the most memorable friends from your past.

Pt. 21: cose per cui la gente dovrebbe ricordarmi. E chi sono io per dirlo? Vabbè, tiro a indovinare.

- ho più libri che vestiti.
- la mia straordinaria capacità (*cit. necessaria) di interpretare una canzone in playback in perfetto stile attrice.
- fare previsioni che si avverano.
- faccio una guacamole fantastica (caspita, che modesta oggi! Come si suol dire, me la canto e me la suono).


 
Pt. 22: ecco, io questa lista non l'ho capita fino in fondo... Se dovessi elencare tutti gli amici più importanti del mio passato allora sarebbero quasi tutte persone con cui non parlo più. Se, invece, devo elencare i migliori amici che ancora ci sono sarebbero i seguenti:

- Q: dal terzo anno di liceo siamo diventate così amiche da farci le confidenze più personali immaginabili, il ché a volte è stato imbarazzante ma poi ci si rideva su ed era tutto okay; adesso siamo ancora amiche, ma non abbiamo adesso quel rapporto di "sorellanza" che avevamo fino a un anno fa.

- G: come farei senza di lei non so, gente. Anche se fidanzatissima e lontanissima lei per me c'è sempre dal liceo ad oggi, e io per lei.

- V: il mago dei pc. Non credo di aver mai reso nessuno così partecipe dei miei pipponi mentali sui personaggi dei libri che ho letto.

- A: sorvolando sul fatto che a Parigi lo chiamavamo Re A. a causa del suo ego, è comunque un ragazzo disponibile, poco egoista, che sa alternare momenti di sarcastico sberleffo a momenti di coscienza matura.

- R, anche chiamato da me Bubu (hey, mi chiama Scimmia, ha cominciato lui!): non è stato un inizio idilliaco. Anzi. Diciamo pure che non è stato un inizio, abbiamo limonato ubriachi la sera stessa che ci hanno presentati. Ma siamo diventati amici e questo mi piace molto perché lui è simpatico, più pazzo e fuori dalle righe di me, ma ha intelligenza e cuore grande.

Poi ci sono A, F, L (lo so che il post così sembra un codice fiscale frantumato e rimesso insieme a caso) e tanti altri individui così diversi uno dall'altro che rendono la mia vita più ricca e variegata ma troppo zucchero si sa, caria i denti.




The Life In A Year

mercoledì 21 maggio 2014

Fai citazioni che ti passa... forse.

Esiste qualcosa di più impersonale delle citazioni? Certo, a volte tu leggi una frase e pensi "cazzo, avrei potuto scriverlo io!" oppure "Sono proprio le parole che sentivo nella mia testa ma che non riuscivo a decifrare". Io faccio spesso citazioni e in più, nonostante io compili diligente tutte le liste del Listography Project dicendo sempre e solo la mia verità, ho la sensazione che questo blog non sia più una "cosa personale" come la sentivo prima. Non saprei ben spiegare, non ho neanche una citazione chiarificatrice per le mani. Ho solo qualche appunto sparso...


L'unica cosa dritta che gli era capitata era stata la punta di un ombrello che gli premeva sul culo in un tram affollato.
(F. Oreglio, Il momento è catartico)


 
E' arrogante uno che dice le cose come stanno? Certo, la verità tante volte dà fastidio, e spesso si nasconde così bene che non si riesce a riconoscerla.
(Kathleen E. Woodiwiss, scusate ma il libro preciso non lo ricordo)



Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.
(Hermann Hesse)



Non c'è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto.
(Guy de Maupassant, Isaak Babel)



Il punto è che non ho ancora capito il punto. Cosa cercavo di dire, di fare, di capire, di trovare.
Insomma, la storia della mia vita.



sabato 17 maggio 2014

The Listography Project pt. 20: my favorite songs.

Anche questa lista, come quella dei libri e dei telefilm, potrebbe essere difficile e prolissa. Pericolosa, ché mi riporta a particolari ricordi... Ma procediamo:


The Life In A Year


  • Tutti quanti voglion fare jazz: lo so che Gli Aristogatti è solo un cartone animato, ma io ne conoscevo perfettamente testi e suoni, comprese le canzoni (che di solito snobbavo); lo adoravo, insieme ad altri cartoni, comunque mi ricorda pomeriggi estivi della mia infanzia in compagnia di cugini. Bei tempi e bella canzone.
  • The bad touch, Bloodhound Gang: stupidi balli vestiti da scimmie, ah che momenti esaltanti degli anni '90!
  • What's my age again, Blink 182: mi ricorda la fine delle scuole medie. Odiavo le medie, non vedevo l'ora di andare avanti. E mi mette allegria.
  • Basket Case, Green Day: "Do you have the time to listen to me whine about nothing and everything all at once? I am one of those melodramatic fools, neurotic to the bone, no doubt about it! Sometimes I give myself the creeps, sometimes my mind plays tricks on me. It all keeps adding up, I think I cracking up. Am I just paranoid? Or I'm just stoned".
Ecco, praticamente sono io.

Si meriterebbe un premio chi si è letto e/o ascoltato tutta la lista delle mie best songs (e non sono tutte!). Vi prego non uccidetemi, io vi voglio bene (e non dubitate, per dire io una cosa del genere o sono ubriaca o sono strafatta di musica; a voi la scelta).
Stay tuned!

martedì 13 maggio 2014

The Listography Project pt. 18 + 19: posti dove cazzeggio + momenti imbarazzanti.

Mi trovo abbastanza in difficoltà con queste due liste perciò le metto insieme e vediamo che disastro ne viene fuori; questo perché i posti dove vado con gli amici hanno la snervante abitudine di chiudere, mentre di momenti imbarazzanti ne ho vissuti abbastanza da sviluppare un grazioso istinto di archiviazione: vengono seppelliti in un angolo buio del cervello e coperti con altri ricordi, in quello stesso angolo in disuso dove conservo i consigli mai richiesti di gente inutile e le rare nozioni matematiche che ho capito al liceo.


The Life In A Year

Dopo un'attenta ricerca archeologica (*citazione necessaria), ecco qui:
Bar V: i dolci e le arancine (non ditemi arancini perché vengo lì e vi spezzo le rotule) più saporiti e deliziosi di tutta la città. Nominatemi un altro posto e io vi snobberò, a meno che non stiate parlando di...

Bar E: cornetti degni di vittoria del coppino d'oro, aperti tutta la notte a prezzi molto bassi, cornetti buoni da diventare maniaci culinari. Oddio che brutto accostamento m'è venuto da scrivere.

U: era IL posto. L'unico posto in città per ascoltare musica rock (in particolare i classici), anche dal vivo. Con un adorabile dipinto dell'ultima cena raffigurante i migliori musicisti di fine Novecento che mi provocava un intenso istinto cleptomane. Tutti i sabato, per tutto il sabato.

...(non mi ricordo il nome): vasta scelta di birre (chiare, rosse, scure, alta/media/bassa gradazione, prodotte in tutta Europa), non c'è bisogno di dire altro. Tranne: I love Tennent's.


Momenti imbarazzanti saranno pochi quelli riportati che poi mi metto a ridere e non sta bene in mezzo a tante persone serie.
-svariate cadute pubbliche.
-due volte ho parlato male di una prof in classe; entrambe le volte lei era dietro di me.
-in giro per il campus universitario di Palermo, camminavo con le cuffie alle orecchie e a fine canzone (era "Come as you are", dei Nirvana) mi sono accorta che stavo cantando. Stessa cosa accaduta anche altre due volte.
-io che, in zona pubblica con musica, alzo la voce per dire qualcosa ad un amico; la musica si ferma mentre io urlo qualcosa a proposito di vacche e vestiti neri.
-risposta sbagliata alla domanda "quanti anni hai?". Giuro di non aver mentito di proposito.
-io che borbotto "porca la miseria puttana!" mentre il medico mi poggia il cotone imbevuto di disinfettante dove ha appena prelevato. M'ha sentita.
Ma non mi pento, dato che ancora mi fa male e che mi si è gonfiato il gomito.

lunedì 5 maggio 2014

What the hell am I trying to say?

E' primavera e in prossimità dell'estate, in mezzo ad amori impossibili e tentativi di approcci sessuali non proprio celati, c'è mia madre che mi chiede da quanto non taglio i capelli e che mi paragona al "cani ri mànnara". Per chi non è siculo o cinefilo, sarebbe questo:


Noto anche un'innegabile somiglianza di espressione...


A parte che, purtroppo, al massimo potrei essere un barboncino, ossia il prototipo del cane di piccola taglia che fa casino come un liceale sbronzo (ogni riferimento non è puramente casuale, forse è puramente causale) e fracassa i maroni quanto Emanuele Filiberto che cerca di indovinare i congiuntivi (per altro fallendo).
Insomma, se non fosse per quegli adorabili ricci col cazzo che la gente si metterebbe dentro casa un Filiberto un barboncino. Siamo mica nel paese dei criminali al potere.
Ah, lo siamo... (vabbè, fai finta di niente e inserisci la retromarcia). Tanto la politica generale è questa.

In queste ultime settimane mal tollero le critiche e i commenti. Mal tollero me stessa. Non voglio essere lo stereotipo della ragazza complessata che è attratta dal cattivo ragazzo. Eppure è così, non posso raccontarmi storie. Forse, in fondo, mi piace essere infelice. Forse sono davvero masochista, la battuta che trascende nella realtà dei fatti. Cosa c'è che non va nella mia testa? Quale connessione sinaptica è marcita? Perché un ragazzo gentile, premuroso, che ascolta la stessa musica che ascolto io, che non si è approfittato di me ubriaca neanche per un bacio (sebbene gli avessi mandato segnali abbastanza chiari, ovvero la mia parte alcolica lo voleva), perché non mi attrae? Appena conosciuto e già messo da parte. Perché il solo incontrare quel ragazzo che invece non è fatto per una relazione non aperta, seria e stabile mi fa sempre immaginare scenari impossibili di vita insieme? Non ditemi che l'impossibile non esiste. Esiste eccome, non raccontiamoci storie. Come diceva qualcuno, se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carrozza. In queste settimane mal tollero, già detto. E mi ritrovo in una spirale di istinti masochistici: il bravo ragazzo che in linea teorica può prendersi cura di me non mi ispira grandi sentimenti "romantici", il cattivo ragazzo (seppur fosse disposto a starmi così vicino) lo rifiuto perché non voglio essere usata come una bambola gonfiabile, o essere una di quelle il cui tempo viene comprato. Sono troppo orgogliosa per chiedere aiuto o per comunicare che non mi sento bene, però vorrei che qualcuno mi sostenesse. Mi piace essere indipendente, autosufficiente per quanto possibile, però vorrei avere qualcuno che mi dicesse "sono qui, rilassati, non c'è bisogno che pensi a tutto tu, adesso mi prendo cura di te come tu ne hai avuta di me". E che me lo dimostrasse. Mi piace avere tempo per me stessa, però vorrei qualcuno che si affidasse a me più col cuore che con il corpo, altrimenti avrei risolto con un cartonato a grandezza naturale di Alexander Skarsgard (o di Jensen Ackles... o di Colin Firth... o di Tyson Ritter... o vabbè, s'è capito, uno fascinoso). Sono anni che ricevo sempre critiche su critiche, ad un certo punto ho imparato anche a sbattermene (prezioso insegnamento) e forse anche troppo; adesso arriva un complimento che forse merito, ma mi sento insoddisfatta di me stessa, io non capisco perché qualcuno senta di dovermi fare un complimento. "Ottimo lavoro, molto brava" mi hanno detto in sostanza, ed io ho pensato "ma quale lavoro? Non mi sono impegnata neanche un poco". Dovrei essere contenta per aver raggiunto un ottimo risultato, è così, i numeri parlano chiaro, dunque perché non sono contenta? Non dico felice, ma quanto meno un po' contenta. Invece no, tutto continua a farmi schifo, a darmi sui nervi. Mi manca l'università, ma non ci casco: l'estate del diploma non vedevo l'ora di iniziare l'università, quando è iniziata non vedevo l'ora di andarmene. E' solo smarrimento, no? Mi cala il sonno al solo vedere un libro serio. Ho la nausea sfogliando l'ennesima pubblicazione di annunci di lavoro. Stringo i pugni mandando la miliardesima mail con curriculum che probabilmente non viene neanche aperta, altrimenti perché non ricevo una sola mail di risposta? Dove sono finite le buone maniere? Rispondimi, CAZZO, dimmi che il mio curriculum ti fa schifo ma dammi una cazzo di risposta!
Come se fosse questa la risposta che cerco... Chi sono? Cosa voglio? E' possibile capire soltanto cosa non voglio? Perché tutto quello che tocco sembra maledetto? Dove vado se non so dove andare?
Infido cuore bastardo, il mio.
I love myself better than you, I know it's wrong so what should I do?



Poi boh, what the hell am I trying to say?