lunedì 29 aprile 2013

Tira aria di cambiamento.

Tira aria di cambiamento, a partire dal nome del blog. Perché? Perché mi andava, perché mi ritrovo qui per fare un break, per parlare di tutto e di niente, per divagare, (perché no) per confrontarmi, per distrarmi, per sentire di avere il controllo su almeno una cosa della mia vita, per il puro piacere di scrivere, e per almeno un centinaio di altri motivi. E questo è solo il primo passo.
Quando avrò capito che genere di look dare a questa nuova versione del blog, ci sarà il secondo passo. Non so ancora se ce ne sarà un terzo.
Chissà.

E comunque stamattina, anche se puzzavo peggio di un camionista alcolizzato a causa della benzina che mi sono accidentalmente versata su una mano (congiura del proprietario del self-service?), ho fatto colazione insieme ai miei colleghi con cereali e crema alla vaniglia, quest'ultima stranamente non troppo dolce ma deliziosa. Non ho mai avuto molto feeling con vellutate e roba così, quindi anche questa è una novità a modo suo.
Un'altra novità è che Il rosso e il nero di Stendhal mi sta facendo cambiare idea sulla letteratura francese.


Have a good break, bye!

martedì 23 aprile 2013

Delirando...

E' stata una settimana un po' po' di me*** e la cosa non accenna a finire, indi per cui mi sono distratta con una saga fantasy. Mica posso oziare tutto il mio tempo libero giocando solo a Ruzzle e facendomi fare la corte da sconosciuti con almeno il doppio dei miei anni, che a farlo di proposito non ne avrei visti nemmeno col telescopio... o forse si dice "fare amicizia"? Okay, lasciamo perdere.


La saga è The Mortal Instruments, di Cassandra Clare.
In realtà ho sfogliato il primo libro per caso, storcendo il naso, poi mi sono ritrovata a spendere sempre più soldi e tempo (e pazienza) nella saga. Forse dovrei ammettere che sono di facile ossessione per i libri ^^
Negli ultimi giorni mi ha tenuto compagnia il quinto, City of lost souls (in inglese il titolo fa più figo, macchevelodicoaffà) e adesso, per alleggerire i toni (o meglio, per evitare che mi lasci andare a turpiloqui poco degni riguardo queste settimane) metterò il mondo a conoscenza dei miei deliri su questo libro, dopo qualche bella citazione in ordine non cronologico. Maledetti post it che non si appiccicano!
E comunque no, l'autrice di questo post non è al momento ubriaca (o forse sì? Mumble, mumble...)

Era solo un ricordo, confuso e distorto: l'immagine di una persona docile, ubbidiente, incapace di comprendere che l'amore dato senza libero arbitrio o sincerità non era affatto amore.

Era stupido sperare. Ma a volte la speranza è l'unica cosa che hai.

Camille: Ciò che sei troppo giovane per capire è che tutti nascondiamo qualcosa. Lo nascondiamo a chi amiamo perché vogliamo mostrare soltanto il meglio di noi, ma anche perché, se si tratta di vero amore, ci aspettiamo semplicemente di essere capiti senza bisogno di chiederlo. In un rapporto sincero, di quelli che durano nel tempo, esiste una tacita comunione.

«Dobbiamo continuare ad ascoltare questa lagna?» chiese Isabelle, con un piede infilato nello stivale che tamburellava sul cruscotto del furgone di Jordan.
«Per tua informazione, ragazza mia, a me questa lagna piace. E dato che sono io a guidare, sono anche io a scegliere» replicò Magnus, altezzoso.

Voglio ammettere una cosa leggermente imbarazzante (o forse solo "inusuale"): a me quel dialogo ha fatto ridere parecchio. Perché? Perché nella mia testa irrimediabilmente, è stato rievocato il ricordo di una puntata di Supernatural, uno scambio di battute indimenticabile (anche perché mi capita di dirla, in situazioni analoghe). Sam si lamenta del rock ascoltato nella macchina di Dean e lui risponde:
Chi guida sceglie la musica e il saputello se ne resta zitto.
Ah, se non l'ho mai detto, adoro Dean Winchester ;)
E adesso si delira seriamente.


*Attenzione: seguono spoiler, linguaggio inappropriato, linguaggio da fangirl, acidità non controllata*

Jace: il suo livello di sfiga supera persino il mio. E questo è tutto dire! Cara signora Clare, che diavolo ti ha fatto Jace per meritarsi tutte queste sfighe? Che c'è, ti ricorda il primo ragazzo che ti ha spezzato il cuore? Insomma, che caz**, cinque libri e tutte le sfighe più brutte dell'universo capitano tutte a lui. Allora dimmi la verità: nelle vene di Jace non scorre sangue di angelo ma sfiga nera, altissima purissima.

Ma il mio piccolo cuore di lettrice si è rivoltato maggiormente su altri dettagli...
Vaffanculo gli stereotipi, vaffa! Ammetto che mi piace leggere libri a lieto fine, ma se non avesse rimesso insieme Jace e Clary me ne sarei fatta una ragione. Amara, con difficoltà, ma lo avrei accettato (ma per questo, in fondo c'è sempre tempo e lei ne sarebbe capace); e poi Clary mi è sempre stata un poco sopra i gabbasisi. Quello che non accetto è che la signora Clare mi abbia fatto mollare Alec e Magnus. NO, NO E NO! I miei sentimenti da fangirl sono molto offesi, Alec e Magnus sono intoccabili, stop! Stanno tanto bene insieme, incasinati e strani, sono così carini insieme... Senti, Clare, parliamoci chiaro da stronza professionista a stronza part-time: sei stata una crudele stronza e se non rimedi darò fuoco alle mie copie dei tuoi libri, ecco.



Rientro in me e per rimediare mi butto su una lettura seria: Il rosso e il nero, di Stendhal.
Ossequi! ^^

domenica 14 aprile 2013

Angolo libro: Erba alta, di G. Gemelli.

Ho letto Erba alta a febbraio in pochi pomeriggi, ma sono stati pomeriggi ben spesi! Come quelli che ho trascorso ultimamente ascoltando i NOFX. Ma questo è un altro discorso...
La trama:
Perché in un campo desolato dall'erba fitta e alta compaiono dal nulla strani oggetti? Qual è il segreto del vecchio palazzo che ospita la "Comunità Il Sorriso"? E chi si nasconde nel cimitero abbandonato? Ci sono abbastanza misteri quest'estate a Basigliano per movimentare le pigre vacanze di Giampa e dei suoi amici, trasformandole in una vera avventura. Ma servirà loro un bel po' di coraggio e di fortuna per districarsi tra zombie, fantasmi e criminali.



Che dire di questo libro? Breve, leggero e fresco come la prima boccata d'aria appena finita una giornata di stage, scorrevole, allegro con qualche nota amara che lo rende molto realistico, mi ha fatto riflettere su alcuni argomenti tra cui: dei bambini possono uscire abbastanza bene da un divorzio se i genitori si ricordano che lo saranno ancora entrambi.
Ci sono bambini/ragazzi che hanno più coraggio di vivere rispetto a tanti adulti.
Ognuno vive nel suo piccolo mondo ma questo non vuol dire precludersi il mondo degli altri.
I soldi non fanno la perfetta felicità, ma ci sono persone che sono disposte a tutto per ottenere soldi e falsa felicità.
Può esserci del grande in ogni essere umano. E non è detto che dalla noia derivi soltanto noia.

Ogni personaggio ha la sua storia, la sua vita, il suo carattere, ma voglio soffermarmi sulla nonna di Giampa. La nonna di Giampa. No, parliamone: la signora ha lo stesso stile della nonna nella pubblicità sottostante:



Sono leggermente di parte perchè mi piacciono molto i personaggi che all'apparenza stridono con i protagonisti e il tono di un libro, poiché sono protagonisti a modo loro, alle loro regole. E la nonna non fa eccezione. Nonostante l'età, percepisce i pensieri del nipote e i suoi piani senza che questo ne faccia cenno, lo consiglia con il suo italiano impreciso pur rimanendo di una acutezza sorprendente e quando Giampa, rincorso dai cattivi della storia, ha più bisogno di aiuto è proprio la nonna a soccorrerlo. E poi la sua amica suora che guida un furgoncino e che parte sgommando alla Fast & Furious è stato esilarante.
Mi è piaciuto molto anche l'uso del dialetto, perché nonostante tutto il dialetto è qualcosa di radicato in un luogo che dà una specie di senso di appartenenza sociale e dai vari detti popolari si può capire com'è il pensare comune (e credo sia anche uno dei motivi per cui, già da settimane, sto prendendo nota di alcuni proverbi siciliani con cui farò dei post).

Una cosa inquietante è stata scoprire che il nome del tetro edificio ex-manicomio (Comunità Il Sorriso) è lo stesso smagliante nome di una casa di riposo nella mia città... Sono tentata di fare irruzione nel cuore della notte xD




PS: Ringrazio il gentilissimo Autore e chiedo scusa per il ritardo. Sono una indolente che non controlla mai la casella mail :D

giovedì 11 aprile 2013

Maya vs Ossessione del peso.

In realtà, nonostante quello che si può leggere su questo blog, sono una persona abbastanza tollerante, di larghe vedute, che evita le discussioni e i litigi finché non resta altra scelta (tranne se vengono toccati i miei tre argomenti tabù, in tal caso: che la guerra si apra!), che va avanti con il motto VIVI E LASCIA VIVERE. Perché ognuno DEVE essere libero di vivere la propria vita come vuole, purché abbia le palle per farlo. Se uno non ha le palle o non ce la fa da solo, che si cerchi qualcuno di serio a cui chiedere aiuto. Non c'è niente di male nel chiedere aiuto quando si è in difficoltà, anzi trovo che ci sia un che di coraggioso (che non si dica che la Maya non sia sensibile).
Finita la premessa, ecco il fatto-detonatore premuto: giravo su blog a caso e mi sono accorta di quante ragazze abbiano un blog "pro ana". All'inizio, da povera mentecatta che sono, non capivo cosa significasse quella sigla. Boh, sarà una nuova specie di emo, mi sono detta.
Magari. Lo dico davvero, magari! Meglio un altro tipo di emo piuttosto che scoprire che quella sigla sta per "favorevole alla anoressia".
Non voglio scrivere qualcosa che sappia di tesina scolastica perbenista con foto shock di corpicini adulti ridotti a ossa e stracci di pelle (perché lo sapete che di anoressia si muore), ma nemmeno giustificare tali soggetti. Il "pro ana", da quanto ho potuto constatare da decine di blog, è più di un modo di vedere la realtà: è ossessione del peso, ossessione del calcolo delle calorie, è uno stile di vita. C'è chi va in chiesa tutte le domeniche a inginocchiarsi, e chi invece esulta se riesce a trascorrere una giornata intera mangiando solo aria. Non ricordo il titolo del blog, ma questa ragazza tutta allegra aveva postato la sua "dieta" giornaliera, che recitava pressappoco così:
colazione: aria.
pranzo: aria e un chewing-gum.
cena: aria.

Non so voi, ma io ho i brividi. E' stato peggio di un libro horror. E a dire la verità, piuttosto che vivere così preferirei farmi affettare all'istante dall'ascia di Jack di Shining e sapere che l'ultima cosa che vedrò è l'inquietantissima faccia da psicotico di Jack Nicholson.

Bisogna essere oggettivi: se Tizia è alta un metro e cinquanta e pesa cento chili, mi dispiace ma ha un problema di cibo/metabolismo/genetica e deve farsi curare. Se Caia è alta un metro e ottanta e pesa ottanta chili, è nella norma.
Perché farsi del male? Perché odiare se stesse se è la società ad essere fatta male? Se sono le persone ad avere ideali sbagliati? Perché dare la soddisfazione a chi ci chiama "grasse" rifiutando al nostro corpo ciò di cui ha bisogno per andare avanti?
Se si ha un problema di peso si mangia sano e ci si sfinisce di palestra; se si ha un problema di peso e ci si rifiuta di mangiare, allora non si ha solo un problema di peso: diventa un problema di autostima, di salute mentale, di salute psichica.
Voi, che vi fate i complimenti quando non mangiate niente per giorni, avete dei problemi. Voi, che vi sentite tristi perché avete mangiato, avete dei problemi. L'ossessione per il vostro peso è un problema grande che di certo a me non me ne viene nulla, ma voi non ce l'avete una famiglia? Ci pensate mai a loro? Alle ore di atroci dolori che ha patito vostra madre per mettervi al mondo? Non ce li avete degli amici, degli animali domestici? Non ce l'avete un po' di orgoglio per ribattere "Sono grassa, e allora? Che te ne fotte? Almeno io ho il cervello!".
Voi che vi date all'anoressia non siete coraggiose, non siete forti, siete solo codarde. Alzate le chiappe e andate in palestra, rinunciate ai fast food e non a frutta e verdura, rinunciate alle bibite gassate e non alle tisane. La vera forza non è privarsi del cibo, è mettersi in gioco, sudare e faticare.
E non me ne fotte un beneamato piffero se sembro cattiva perché in questo frangente voglio esserlo. Sono cattiva con voi pro ana perché le prime cattiverie siete voi a farle a voi stesse. Aprite gli occhi: la vita non è facile per nessuno, a volte fa schifo e altre volte un po' meno.

Adesso scusate, alla faccia della mia altezza di 1.58 m e di 56 kg di peso, vado a mangiare mezzo chilo di risotto con salsa, salsiccia, parmigiano e burro. E mi piacerà da matti.

giovedì 4 aprile 2013

Corsia Auto-referenziale.

Queste vacanze avrei voluto trascorrerle in solitaria tranquillità, non pensare per un po' al corso da frequentare, lo stress dello stage, una sosta priva di responsabilità e pensieri.
Avrei voluto trascorrere il mio tempo, intere giornate come una volta, leggendo romanzi, perdendomi per un po' in qualche vita fittizia. E invece niente.
Ci sono state serate da organizzare, amici da ritrovare (cose di cui non mi pento, dopotutto, giocare a Tabù dopo aver mangiato pizza una sera e un'altra sera ricevere una cartolina bellissima da un amico appena tornato da una gita a Praga sono eventi che raddrizzano il karma), pranzi coi parenti da preparare, cibi da cucinare, svegliarsi con mia madre che urla e andare a dormire che sta ancora gridando... Sono arrivata al punto che sono più stressata adesso rispetto alla settimana scorsa.
La settimana scorsa mi sentivo impazzire. Significa forse che sono impazzita adesso?

Per evitare che questo post diventi più auto-referenziale di così, descriverò la mia Pasquetta prendendo in prestito alcune citazioni (ho una certa capacità di inventare scuse, pare).

Al primo anno di liceo un prof ci chiese quale autore avessimo appena studiato. La nostra risposta fu Manzoni e lui, serio, ribatté "Ragazzi, ma lo sapete che Manzoni era un grande trombone?".
Sbigottimento generale, condita di qualche risatina mezza isterica. "Ma che avete capito!" rilancia Lui, "Trombone perché aveva la pancia grande!".
No, okay, comincio con le citazioni famose và.

Il vino mi ama e mi seduce fino al punto in cui il suo e il mio spirito si intrattengono in amichevole conversazione. (Hermann Hesse)

Le parole di un ubriaco sono i pensieri di un sobrio. (Steve Fergosi)

Dietro questi magnifici sorrisi ho visto la tragedia. La pelle senza difetti cela i segreti al suo interno, silenziose forze che segretamente infiammano i tuoi peccati. (The Rasmus, Lucifer's Angel, dall'album Hide from the sun)

Confida dunque la tua pena,
questo triste sollievo concediti;
Ah, più che confidarla! Riversa in me
tutto il tuo dolore.
(Alexander Pope, Eloisa ad Abelardo)

E chi vuole capire, capisca.
Bye!