venerdì 8 marzo 2013

Dei supermercati e delle altre cose.

A me le feste comandate non piacciono.
Non mi piace Natale, non mi piace Pasqua, non mi piace la festa delle donne.
Ognuno fa quello che vuole, ma trovo che sia più speculazione che veri, profondi sentimenti. Poi ci sono le eccezioni, ma tralasciamo. Per carità, sono piuttosto contenta dei progressi ottenuti grazie alle donne coraggiose che lottarono per i diritti che venivano negati per una semplice ragion d'essere. QUESTA è la giornata che vorrei festeggiare. Non ha senso festeggiare il fatto che siamo donne: donne ci siamo nate e non ne abbiamo nessun merito, la parità (dignità, per dirla con un solo termine) l'hanno conquistata.
Odio il pensiero che la storia venga minimizzata e soprattutto che si usi la scusa della "festa delle donne" per andare a ubriacarsi e a fare la figura delle scimmie davanti a dei tizi che vengono pagati per spogliarsi, e farlo pensando con convinzione "E' la festa delle donne, posso fare qualunque cosa voglio e nessuno può dirmi che sono una pervertita".
Ecco, lasciamo perdere che già mi sono saliti i cinque minuti.
Comunque, mentre stamattina un amico mi faceva gli auguri ho pensato: meglio un augurio sincero, piuttosto che un regalo non sentito. E con questo ho già detto abbastanza a riguardo.
Se poi devo dire di più, se proprio qualcuno volesse farmi un regalo, che mi doni del cioccolato fondente. Io amo il cioccolato fondente! Se quel qualcuno vuole proprio (ma proprio) regalarmi dei fiori, per favore niente mimose. Meglio dei galli, oppure i gelsomini.
Ma il cioccolato sarebbe meglio...

Visto che due giorni fa ho finito il mio cioccolato fondente, oggi ero in crisi di astinenza perciò ho dovuto viaggiare fino al supermercato. Il mio errore è stato farmi beccare da Genitrice: ha iniziato a elencare roba da comprare. Non è un grande sforzo andare al supermercato di solito, a parte fare la fila per il salumiere, purtroppo però il posto dove vado sempre ha cambiato totalmente organizzazione. C'è molta più roba e niente si trova dove si trovava prima. Non trovavo il tonno, e non lo avrei trovato manco con un navigatore satellitare. E poi un caldo! Un caldo infernale, mi sembrava di friggere, e la cosa peggiore è che volevo trovare refrigerio nel bancone frigo, mentre sceglievo lo yogurt. Mannaggia al parcheggiatore abusivo, lì faceva ancora più caldo.
Mentre aspettavo il mio turno dal salumiere, con il fido numeretto in mano, sudando come in un bagno turco, credo di avere avuto delle visioni. Tipo un topo che mi salutava e mi faceva l'occhiolino (poi capii che era quello della pubblicità del formaggio, cibo che mi stava davanti). In ogni caso credo di aver avuto un miraggio che potrebbe diventare un soggetto su cui scrivere. Ma non vorrei sperare troppo.
Una volta ritirato il sacchetto coi suddetti salumi, vagavo confusa e stranita tra nuovi reparti. All'improvviso mi fermo e la nebbia sembra svanita, ma continuo a pensare "no, è il caldo che mi ha dato alla testa, non è possibile". L'idea era così strana che ho voluto verificare. Sono tornata indietro e ho scoperto che non era un miraggio, c'era davvero! Nel mio supermercato di periferia, hanno inserito un reparto nuovo con dei libri.  LIBRI!! E dico libri veri, non i soliti libri di cucina scritti da sconosciuti! Libri di quelli che ho visto al negozio della Giunti in centro, nomi tipo John Grisham, Stephen King, e altri che non ricordo, c'erano fantasy, thriller, narrativa e libri per bambini, versioni economiche e versioni con la copertina rigida. Qui apro una parentesi, una scena a cui ho assistito e che speravo fosse un miraggio. Mentre leggo i titoli sugli scaffali sento una bambina che corre e urla con entusiasmo incontenibile "Mamma! Mamma! Vieni! Qui, è qui quello che voglio!". Io, che come noto sono dotata di grande pazienza e di fiducia nel prossimo, pensavo: ecco, mò va a farsi comprare biscotti e patatine, magari correndo urta lo scaffale coi libri e decidono di toglierlo.
Invece no. La bambina si ferma davanti allo scaffale con i libri più variopinti, quelli adatti ai bambini della sua età. Ne indica uno sorridendo e ribadisce che è questo che vuole, un libro. Mentalmente ho cancellato tutte le parolacce che mi frullavano nella mente sostituendole con le immagini delle copertine dei miei libri preferiti. Ero tutta cioccolata e cuoricini. Finché non ho sentito la risposta della madre: un secco e deciso NO. Più la bambina insisteva, più lei diceva no. "Mamma, non vuoi che imparo a leggere?", astuta la piccola! Vederla così decisa ad avere quel libro, mi aveva fatto venir voglia di offrirmi per comprarlo io, per lei, piccola adorabile sconosciuta. E alla fine, lampi e tuoni, la madre ha l'ardire di pronunciare codesta frase:

I LIBRI SONO INUTILI.

Sono diventata una statua per lo stupore. Sia per la frase da ignorante, sia per la rabbia furiosa contenuta in quelle parole.
Forse è un bene che mi sia bloccata, così le due hanno avuto il tempo di allontanarsi. Buon per lei, la madre, perchè la mia prima reazione è stata una terribile voglia di farle un regalo come il seguente:



Secoli di lotte per ottenere il diritto allo studio e poi BAM! una madre che dovrebbe spingere la figlia verso la cultura, la spinge verso il reparto biscotti. Cara signora, vorrei farle una domanda: e se sua figlia fosse stata una piccola Simone de Beauvoir?

4 commenti:

  1. Cose da prenderla a sberla questa madre!!
    Cioè posso capire che non compri il libro alla figlia perchè ancora non sa leggere, perchè magari a casa ne ha tanti. Ma dire che i libri sono inutili no, cazzo!
    come quando il mio titolare disse che leggere è da vecchi. cose da farli sbranare e dilaniare da un cane infernale... :P

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    1. Tutti i libri sono utili, anche il peggiore: al liceo usai un libro di matematica per stabilizzare il mio banco traballante. Arrivai alla fine dell'anno capendo che non c'era stato nessun terremoto, fu una bella consolazione.
      Mia nonna ha quasi novanta anni e legge, ma sarebbe capace di prendere a rastrellate il tuo titolare! :D (anche a rincorrerlo, se servisse)
      Oppure ci possiamo affidare a:
      http://www.facebook.com/photo.php?fbid=315016395268831&set=a.128022010634938.15201.128010790636060&type=1&relevant_count=1

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  2. Sì, avevo pensato a realizzare un libro giallo di cioccolato, e ora ho la conferma che esisterebbe un corrispondente segmento di mercato. Ci sto lavorando, ma non è un progetto semplice.

    PS: trasformare in un'avventura una gita al supermercato, questo è saper scrivere.

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    1. Libro e cioccolata sarebbe come cinema e pop corn. L'idea potrebbe funzionare!

      PS: tante grazie, è un bel complimento ^^

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