lunedì 24 settembre 2012

Attenzione: pericolo spore nucleari di acidità.


Dopo un post serio come il precedente, che era una distorta dichiarazione di odio/ amore per la mia città, non poteva mancare un post pieno di emerite cazzate. Insomma, tanto per mantenere un basso profilo, parlerò nelle seguenti righe di un disastroso incontro serale. Della serie: come imbruttire una bella serata.

Capita a tutte le donzelle, nel corso della loro esistenza, di incontrare un esemplare umano di sesso maschile difficilmente descrivibile. Le caratteristiche principali sono:
  • non è bello, né brutto.
  • non è intelligente, né stupido.
  • non è più un ragazzo, ma non è ancora uomo. In pratica, ha il complesso di Peter Pan, solo che invece di essere un bambino, mira a fermarsi all' età adolescenziale. Ciò potrebbe essere un punto a favore, ma tale individuo ve ne farà dubitare, care le mie scettiche.
  • in sintesi: sarebbe pure un bravo ragazzo, ma ha una tecnica di rimorchio che farebbe piangere i criceti.
Tale individuo è capitato di recente anche a me, povera sfigata.
Eppure sono stata attratta in passato da ragazzi meno avvenenti e meno simpatici di colui del quale parlo, quindi da dove mi viene tale avversione?
La risposta mi è balenata in mente per caso, un paio di minuti fa: somiglia a Cucciolo, uno dei sette nani di Biancaneve. Beh, la conosciamo tutti la storia e il ruolo dei sette: convivono con una gnocca dalla scollatura panoramica e poi se la fanno soffiare da sotto il naso dal principe di turno. E bisogna sottolineare che il suddetto "principe" si è travestito al buio per carnevale, arriva in schifosissimo ritardo e le da un bacio come contentino, appioppando la debole scusa della partita di calcetto finita molto tardi ("e poi, amò, una birretta per la vittoria non poteva mancare!"). Insomma, somiglia proprio ad uno dei sette nani di Biancaneve, ossia i soggetti più anti-erotici immaginabili.
Si direbbe che le ragazze basse siano interessate a ragazzi bassi, ma vi assicuro che nel caso specifico non lo siamo affatto.

Poi ci sono ovvie eccezioni: per quanto sia basso Yuri Chechi (1.62), uno così me lo farei. Sfido io, con quei bicipiti chi non ci penserebbe? E poi è pur sempre più alto di me, cotanta grazia in foto.

Faccio un passo indietro per andare avanti.
Sabato sera in compagnia di buoni amici e di buon Jägermeister (tradotto: un gruppo di giovani parecchio allegri e piuttosto brilli). Cosa potrebbe mai andare storto? Siamo invincibili. O forse mica tanto...
Arriva la telefonata di questo tizio e per qualche strana motivazione ci spostiamo tutti di zona. Non l' avessimo mai fatto. Sono passata dallo status brilla/volemosebbene direttamente a che-minchia-ci-sto-a-fare-io-ancora-qua?
Sto tizio, visibilmente ubriaco e con crisi di identità epocali, si auto-elegge a personaggio che guida il gruppo nel divertimento festoso. Una tristezza che nessuna sbornia poteva offuscare ai miei occhi. Inoltre tale individuo insiste più e più volte nell' afferrarmi malamente un braccio o nel cingermi i fianchi per tirarmi di peso accanto a lui, per farmi assistere più da vicino alla sua "brillante" conversazione.

Abbi pazienza se mi fai girare le ovaie come un flipper, che tra l' altro sto facendo gli occhi dolci a quello del tavolo accanto.
E abbi pazienza ancora, ma quando a Ferragosto mi dicesti "Mi sei piaciuta subito. Mi hai colpito molto" mentre io SAPEVO per certo che ci avevi già provato (a vuoto) con una mia amica... non è che ti avevo creduto molto. Non sarei mai stata abbastanza ubriaca per crederti.
Ma tu vedi questo, che ci prova con le mie amiche e poi mi posa il braccio intorno ai fianchi e ci riprova con me, dopo il precedente categorico rifiuto che gli ho tirato. Non gli ho assestato una cinquina in faccia solo perché era troppo ubriaco per ricordarselo bene in futuro. E poi intavola con me il seguente dialogo (più o meno testualmente), cui fornirò anche le parole che le domande mi avevano evocato:

Cucciolo, alias L' Individuo: Non ti sei fatta più sentire!
 L' Io-pensiero: Ma se te il mio numero non ce l' hai mai avuto! Non l' hai mai chiesto a me, e se lo hai chiesto ai nostri amici in comune (benedetti loro, grazie vi adoro) allora loro non te l' hanno voluto dare! E poi chi cazzo ti ha cercato mai?
 Io: Mah, ho avuto da fare...

Cucciolo: Ti sento distante, perché ti sei allontanata?
Io-pensiero: Ma quando mai siamo stati in confidenza noi? Offrirmi un chupito (che neanche volevo) non fa di me e te un "noi"; quale noi e noi, manco per sogno! Non siamo mai stati vicini, forse ti confondi con qualche altra...
Io: A me non sembra...

Cucciolo: Ma come, dopo quello che c'è stato tra noi a Ferragosto?! *sguardo malizioso, che vorrebbe essere da figo che ha fatto centro e invece pare solo un pervertito, tra l' altro pure visionario*
Io-pensiero: Fammi il piacere di andartene in direttissima a fanculo! Ma se ero talmente ubriaca e infreddolita da avere due, e dico DUE, tovaglie da mare arrotolate addosso che sembravo un bruciolo, rimanere seduta e tenere separate le palpebre per due secondi consecutivi era uno sforzo titanico e avevo la vodka al melone che mi passeggiava su e giù per l' esofago! Il mio errore, quella sera, fu di non vomitarti addosso! A te e alle tue mani lunghe! E due delle mie dita sanno quanto avrei voluto vomitare, per un motivo o per un altro... purtroppo non ci riuscii.
Io: Non mi ricordo... No no... AMICA!!! Andiamo a bere al mercato?
Amica: Siiiiiiiiiiii *occhi da cucciolo di Beagle*

Classico esempio di come gli amici ti salvano... e di come un fratello può avere previsioni del futuro. Difatti prima che uscissi di casa, mio fratello mi disse scherzando "Stasera non picchiare nessuno, eh!"

Fratè, non ti farò mai più promesse a freddo.

Concludo dedicando questo video a quell' individuo. Con tanto affetto!


mercoledì 5 settembre 2012

Ma che freddo fa?!

Sarà che è tornato il freddo (e/o non ho nulla da fare), sarà che quando piove così, a gocce piccole, fitte e silenziose, l' aria prende quell' odore di terra umida che fa sempre tanta malinconia... E questa malinconia, stranamente, non mi infastidisce come altri milioni di cose; anzi, viaggio sui viali di vecchi ricordi:

- il gelato all' amarena, pralinato, che mi comprava sempre mio papà. E che è ancora il mio preferito.

- la macedonia di un primo maggio con gli amici di quel periodo, dove qualcuno ebbe la meravigliosa idea di NON diluire il rum puro (quello per la preparazione dei dolci, per intendere). E nessuno beveva alcolici, allora.

- uno del gruppo che, dopo la sopracitata macedonia, rimase per un' ora seduto sul divano con l' aria assente.
- una partita di calcio, finita quando uno tirò un calcio alla palla e colpì in faccia la sua fidanzata.
- io e mio fratello che smettevamo di litigare per guardare Solletico in tv. O I cavalieri dello zodiaco.
- l' odore rilassante (??) dell' attuale mercatino dell' usato.
- Mica, l' unico gatto di mia nonna che si faceva accarezzare da me e dai miei cugini. Che poi dove lo abbiamo preso quel nome proprio non lo so.
- le scorribande da bambini con i miei cugini nelle case abbandonate, vicino alla casa della nonna.
- gli orribili, scomodissimi, orripilanti costumi di carnevale che mi faceva mettere mia madre. Tipo questo QUI. Odiavo tutti quei merletti, i cerchi di plastica (che mi lasciavano i segni) per tenere chilometri di tulle in aria, così che ogni due passi urtassi qualcuno/qualcosa e andare in bagno da sola era una chimera, praticamente impossibile anche da immaginare; li odiavo talmente tanto che un anno preferii vestirmi da Lady Oscar piuttosto che avvicinarmi ad un altro vestito del Settecento. Figuraccia del racconto a parte, fu una delle mie prime vittorie.

- il profumo francese della pro-zia Gina. Nonostante siano tanti anni che non lo sento...
- la poesia che, a sette anni, scrissi a papà per il suo compleanno, che riguardava soprattutto il suo perenne doccia schiuma al pino silvestre e metafore tipo "sei forte come Maciste". Mica pizza e fichi!
- le mie bici, tutte rigorosamente PRIVE di freni. E scarpe con la suola consumata.
- quando la mia più grande preoccupazione era non cadere dalla bici, perché il giorno prima mi ero già sbucciata le ginocchia.
- quella volta che, pochi mesi fa, la mia auto decise di lasciare a piedi me e la mia amica, in mezzo al nulla, di notte, in pieno inverno. E a risolvere il problema furono i vigili del fuoco. Ah, e uno mi prestò la sua giacca. Eeehh, i vigili del fuoco... *si riprende, tossisce* Volevo dire che i vigili del fuoco sono i migliori.

- una volta trovai in casa un paio di cuffie, ENTRAMBE FUNZIONANTI; ancora oggi grido al miracolo. E comunque non sono durate più di due settimane... come le altre, del resto.

Beh, mi fermo qui prima di dare alle fiamme anche l' ultimo brandello di dignità; il progetto di cui parlavo nel post precedente l' ho perso...
BENE! E' tempo di filarsela, e chi si è visto si è visto.